Il sindaco di Enna, Rino Agnello, cercava l’ispirazione per un’ordinanza che facesse rumore. Riunioni coi collaboratori, discussioni coi familiari, consultazioni amichevoli la sera con gli amici al bar.
Deve averci pensato per giorni.
Poi si è ricordato che, da qualche anno, esiste internet.
L’altra sera si è seduto davanti al computer, nella sua cameretta, e ha cominciato a smanettare. Ha appreso così che due settimane fa la Corte europea dei diritti dell’uomo ha emesso una sentenza contro i crocifissi nelle aule scolastiche.
Ullallà, qui siamo tutti cattolici, i crocifissi non si possono riciclare, io sono pure di sinistra quindi con una bella crociata per salvare i simboli faccio un figurone: i crocifissi a Enna non si toccano!
E così ha preso carta e penna. Ma l’ispirazione non arrivava.
E’ tornato a digitare sul computer e grazie a Google ha scoperto che già alcuni sindaci avevano emesso ordinanze per lasciare il crocifisso nelle scuole. Tra questi c’era un tale Maurizio Bizzarri, primo cittadino di Scarlino, pure lui di sinistra.
Scarlino? E dove minchia è?
Rino Agnello ha scoperto che il paesino in questione si trova in provincia di Grosseto e soprattutto è rimasto incantato dalla prosa del sindaco Bizzarri, anzi del suo comunicato stampa.
Così ha cominciato a copiare e a incollare.
“Il sindaco invita a mantenere il crocifisso nelle aule delle scuole del comune di Scarlino…”
No, aspe’… dov’è il tasto canc?… Ecco, addio Scarlino!
“…del comune di Enna come espressione dei fondamentali valori civili e culturali del Paese, perlomeno fino all’esito del ricorso alla Corte europea, espletato dallo Stato italiano, salvo diverse disposizioni”
Perfetto!
Quanto gli affibbiamo di multa ai trasgressori?
Come minimo quanto Scarlino.
Un colpo di mouse ed ecco trovata la cifra: cinquecento euro.
Vaaai!
Il sindaco di Enna ha pensato che a quel punto ci voleva una bella motivazione, meglio ancora se sotto forma di slogan che sui giornali fa tanto intellettuale. E sono pure di sinistra!
“Il crocifisso nelle aule scolastiche non è un’imposizione religiosa, ma un simbolo”, aveva scritto il sindaco di Scarlino.
E io che sono fesso che mi piego alle imposizioni religiose?
“Il crocifisso nelle aule scolastiche non è un’imposizione religiosa, ma un simbolo”, ha copiato il sindaco di Enna.
La magia di un coro sfalsato tra Sicilia e Toscana animava ormai i pensieri del sindaco Rino Agnello. Copiava e incollava, copiava e incollava. Cominciava a diventargli simpatico quel Bizzarri. Si vede che è uno di sinistra.
“Il crocifisso appeso nelle aule scolastiche non penso intacchi i principi di laicità dello Stato” tuonava Agnello cambiando un solo verbo alla frase del collega del Nord.
E per il gran finale, nulla di meglio che richiamare – sempre trafugando le parole dell’incolpevole Bizzarri – il “problema di valori e di tradizioni” che le istituzioni devono affrontare. Con sincera preoccupazione per la formazione dei “giovani e dei bambini, affinché crescano con coscienza”.
Ovviamente tutto nella grottesca monofonia di un coro con una sola voce e per giunta stonata.