Ieri mi sono imbattuto – compiendo un reato preterintenzionale – in qualche frammento di Pomeriggio cinque di Barbara D’Urso e ho visto Leopoldo Mastelloni, uno che un tempo faceva l’attore, il regista, il cantante, insomma uno che poteva benissimo definirsi artista, disquisire delle traversie amorose e delle esperienze sessuali di una tale Guendalina.
Ho provato profonda pena per quell’uomo che ammiccava davanti alla telecamera, come un tempo faceva nei suoi show, per condire sciocchezze con espressioni residue del teatro impegnato. Già imbastire un programma su una tale Guendalina e suoi suoi appuntamenti in hotel con questo o quel calciatore è segno di allarmante perversione mentale, ma parteciparvi in qualità di opinionista (cioé portando un contributo simil-intelligente) è da trattamento sanitario obbligatorio.
Quasi quasi Mastelloni lo preferivo quando bestemmiava in diretta tv.