Un tale che pur non essendo Osama bin Laden è braccato come lui diffonde i segreti americani e smaschera le ipocrisie diplomatiche d’oltreoceano mettendo online i file originali in cui si definisce Berlusconi “incapace e portavoce di Putin”, si descrive la Russia come “virtualmente uno stato della mafia”, si raccontano le perversioni di Gheddafi, si spiega che la Cina non avendo più un cazzo da fare attacca Google, si svela che il segretario generale dell’Onu è spiato dagli stessi Usa, che ci si prepara alla guerra con l’Iran senza alcuna dichiarazione preventiva, si spiega che i detenuti di Guantanamo sono stati merce di scambio, e via discorrendo fin quando alla fine scoppia un casino perché qualcuno dovrà pur chiedere scusa per tutto questo, per aver mentito al mondo, per aver fatto buon viso a discreto gioco, per aver imposto un’immagine di sé che nulla ha a che vedere con tutto il resto, e infatti dopo un paio di giorni il colpevole viene prontamente individuato e, sorpresa delle sorprese, non è chi è stato smascherato e sorpreso, ma chi ha smascherato e sorpreso, cioé un tale che non è nemmeno americano, come tutti gli artefici delle fandonie di cui sopra, ma australiano, uno ricercato come bin Laden pur non essendolo.