Undici anni fa “Progetto Legalità”, la fondazione costituita in memoria di Paolo Borsellino, mi chiese un racconto: me ne ero quasi dimenticato sino a oggi, quando cercando una cosa nel mio computer mi sono imbattuto in questo file. Che evidentemente si era scocciato di sonnecchiare tra appunti, fatture, articoli, aborti di idee, e voleva essere tirato fuori. Il racconto si intitola “Buon compleanno”.
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Palermo, 30 settembre 2005
Buon compleanno, Paolino.
Sette anni sono un traguardo importante. E tu, figlio mio, sei destinato a grandi cose. Si capisce dagli occhi, dall’avidità di conoscere, dal sorriso, persino dai capricci.
Ormai leggi benissimo e questa lettera voglio che la conservi.
La Playstation nuova sarà già vecchia il prossimo anno, i tuoi vestiti durano una stagione, come lo zaino per la scuola e certi amici. Invece ci sono cose che non passano, per questo ti chiedo di ascoltarmi: metti questo foglio in un cassetto – magari il terzo del tuo comodino, sotto quello delle mutande, dove solitamente getti la carta delle merendine che hai mangiato di nascosto – e lascialo lì. Stanotte ho fatto un sogno che ti devo raccontare.
Ho in mano un telecomando, come quello della nostra televisione grande, quello con la gomma intorno e con una dozzina di opzioni che nessuno conosce. Questo aggeggio ha un tasto speciale che lo rende unico al mondo, anzi in tutto l’universo. È in grado di fermare il tempo!
Io premo questo tasto.
Clic.