Prevedere il futuro? Un gioco da ragazzi

In sette anni Milano-Italia dovrà presentarsi puntuale, ben vestita, preparata e, soprattutto, ancora in vita. La città-Paese dovrà tradurre promesse in gesti di governo. Si dovrà riuscire nell’impresa di evitare che gli appalti finiscano in un’aula di giustizia. Ci vorranno più braccia che tasche. Si dovranno celebrare intelligenze e genialità più che amicizie e consociativismi.
La metropoli-nazione ridisegnata potrà godere della Luce Universale se i suoi cittadini-compatrioti si riconosceranno ancora in essa. E se verrà confutata quell’italica e becera teoria secondo la quale tutte le buone occasioni sono state inventate per essere sprecate.

Scrissi così su questo blog il primo aprile del 2008, quando Milano si aggiudicò l’Expo. I timori miei, anzi nostri, erano più che fondati: non occorreva esibirsi in vaticini, ma semplicemente non mostrarsi ciechi. Oggi sappiamo com’è andata e soprattutto abbiamo la certezza che in Italia quando si parla di appalti e fondi pubblici prevedere il futuro è un gioco da ragazzi.

La cultura dello scaricabarile

expo siciliaUn estratto dall’articolo su la Repubblica di oggi.

Quando nel settembre scorso venne firmata la convenzione tra la Regione siciliana ed Expo Milano 2015 per il cluster Bio-Mediterraneo i comunicati ufficiali celebrarono, in toni trionfalistici, il primato di un’istituzione pubblica italiana: nessuna regione sino ad allora si era cimentata alla guida di un settore dell’esposizione universale. Quando cinque giorni fa vennero diffuse le immagini dei padiglioni sporchi, allagati e disadorni tutto fu più chiaro. Esportiamo sciatteria, diffondiamo la cultura dello scaricabarile: a quale primato potremmo mai puntare se non a quello delle occasioni sprecate?
Il destino è spesso nelle parole. Cluster vuol dire gruppo, e dare agli amministratori siciliani un gruppo da coordinare equivale a titillare la loro naturale inclinazione a diluire le responsabilità: più si è, meno si è chiamati a rispondere. Infatti così è andata. Quando ci si è svegliati, il giorno dell’inaugurazione, con i locali allagati, le segnaletiche inesistenti, (…) è subito partita la caccia al colpevole in pieno stile siculo: la vera colpa è quella dell’altro. In realtà non servivano commissari, commissari di commissari, consulenti dei commissari di commissari, ma esseri umani che sapessero tenere gli occhi aperti. Che cosa hanno visto le truppe di dirigenti della Regione che per mesi sono state inviate a Milano con discreto dispendio di fondi pubblici? Come mai ci si è accorti solo adesso che la baracca veniva tirata su male? Per tempi, schieramento di forze e disponibilità economiche la missione siciliana all’Expo era una cosa difficilissima da far male. E invece – miracolo! – siamo riusciti a farla peggio.

Dare dell’idiota a chi lo è

Black bloc milano expoFoto ricordo dopo le devastazioni dei black bloc oggi a Milano.

Raffinatezze

Collage expo 2015Il sito ufficiale dell’Expo 2015 mette online un collage che mette in evidenza una tipica eccellenza italiana: il pasticcio.

Grazie a Giuseppe Giglio.