Notizie
Questo genere di notizie, solitamente originate da fonti che nessuno si sognerebbe di controllare, sono il paradiso del nuovo giornalismo: non comportano alcuno sforzo redazionale, sono così maneggevoli che possono andare in qualunque pagina, compresa la prima ovviamente. Ho quasi nostalgia della creatività professionalmente suicida di un collega che, negli anni Ottanta, per iniziare un articolo su un brutto incidente stradale scrisse: “Morti perché la pensavano alla stessa maniera”. Lo scontro frontale avvenne infatti mentre entrambi gli automobilisti erano in corsia di sorpasso.
La controfigura di Diliberto
Non sono mai stato tenero con Berlusconi. Del resto non mi piace il suo programma politico, non mi piacciono molti uomini del suo partito e della sua coalizione, non mi piace lui come persona.
Ma non mi fa schifo.
E anche se mi facesse schifo non lo direi, come invece ha fatto ieri il segretario dei Comunisti italiani Oliviero Diliberto.
Coi tempi che corrono, questo linguaggio va bandito dalla vita pubblica: lo scrivo a rischio di apparire bacchettone, ripetitivo o, ancor peggio, forzitalioto. Dire di un leader politico che fa schifo equivale a giudicarlo come persona abietta, ignobile, che merita biasimo e riprovazione. Vuol dire additarlo ed esporlo a giudizi che nulla hanno di politico e di civile. Viviamo in un paese dove la violenza non fa fatica a trovare giustificazione in una qualsiasi parola. Se, come dicono, Diliberto è uomo molto colto allora dovrebbe licenziare la sua controfigura.
Il momento perfetto (preso alla larga)
Da qualche anno mi sembra che il mondo (almeno quello che sento e di cui sento parlare) sia tremendamente cambiato. Anche questo, lo so, non è un argomento troppo originale, ma me ne frego e vado avanti. Dicevo, il mondo… Ci stiamo abituando ai cambiamenti repentini. Il clima, le guerre, il welfare, i sentimenti. C’è un filo unico che lega tutto: il mutare (che è divenire).
Una volta davanti a una catastrofe, come davanti a un disagio, ci si imbambolava, ci si interrogava. E per assorbire le risposte ci volevano tempo e testardaggine.
Ricordate l’Austherity? Città in festa, biciclette, partite di calcio in strada. Ce lo ricordiamo, appunto.
Ricordate invece la più recente “domenica a piedi” per lo smog? Secondo me, no.
Si è incrinato il rapporto causa-effetto. C’è solo l’effetto, talmente amplificato da sommergere la causa. Nella febbrile necessità di correre ai ripari si sottovaluta il più pericoloso dei danni collaterali: quello di perdere la ragione. La lotta al terrorismo trae linfa dal nuovo terrore. La politica di risanamento statale ha un suo fondamento nel persistere di una fascia di povertà. Il surriscaldamento del pianeta non intacca il consumo di petrolio. L’odio e il male si rincorrono e generano mostri metropolitani sempre più cattivi. Anche nella nostra terminologia: non si cercano soluzioni, si combatte contro o per qualcosa. Insomma non c’è più tempo per inseguire un leggerissimo, ingenuo, umanissimo “momento perfetto”. Nè, come dimostrano queste righe, per parlarne.
La faccia come il…
Uno sputo per le Br
a) Le Br sono odiose perché uccidono.
b) Le Br sono ancora più odiose quando ricompaiono nonostante gli annunci della loro estinzione.
c) Le Br sono un nemico collettivo e devono suscitare una reazione collettiva.
d) Le Br non hanno un piano del quale si intuisca una logica terrena.
e) Le Br scelgono i loro obiettivi con un disegno che solo i panzuti soloni giudicano organico.
f) Le Br sono un sodalizio criminale composto da criminali senza una virgola di coraggio.
Un bel posto
Un consiglio
Vi lascio con un consiglio: un libro. Si chiama “Figlio di vetro”, è scritto da Giacomo Cacciatore ed è pubblicato da Einaudi. Non voglio sbrodolare, dico solo che è un’opera che coniuga alla perfezione una grande invenzione letteraria con una scrittura importante. E’ un libro che graffia senza il rischio di infettare, induce alla riflessione senza ungersi di tesi precostituite: ho avuto l’onore di leggerlo in anteprima e vi assicuro che contiene uno dei finali più coinvolgenti che conosca. Questo blog non è una testata giornalistica e non ha pretese di autorevolezza (le due cose non sono necessariamente collegate, anzi!), però esibisce una garanzia di autenticità: perché ci sono una faccia, un nome e cognome, nessun paravento di nickname. Quindi il mio consiglio è come ogni post di questo blog: libero e ponderato. Buona lettura!
Finalmente si ride
La tristezza e la commozione di questi ultimi giorni sono state spazzate via da quel simpatico intrattenitore che è il monarca del Polo delle libertà. Sono bastati un palco e un comizietto perché il nostro leader dell’avanspettacolo fatto politica iniziasse le danze pur senza musica.
Quale argomento non doveva mancare per rendere raffinata l’atmosfera? La lite con Veronica, ovviamente. “Ora tutti i giovani sono molto più alti e molto più belli rispetto alla mia epoca, e anche le donne perché ci sono la chirurgia estetica, le creme. Ma non parliamone, non ne posso più parlare…”. Da morire dal ridere, ragazzi!
E poi? I gay, che domande…
“I gay stanno tutti dall’altra parte”. Cioè votano a sinistraaah ah ah! Da star male, che forza! E’ in questi momenti che il nostro ex premier mi diventa simpatico, quando perde il senso della misura e la tridimensionalità della decenza. Perché mi fa capire chi è e da che parte sta. Perché, lo ammetto, ogni tanto mi confondo.
Stupidini
Domando.
E se invece di impantanarci nei distinguo di repliche, controrepliche, precisazioni, rettifiche e prese di distanza ci abituassimo a bollare subito come STUPIDINO chi dice cose del genere?
E se riuscissimo – col nostro voto e col nostro dissenso verbale e pacifico – a togliere audience e a toglierci dalle palle questi STUPIDINI?