Porto bella

Porto

Ero tentato di ammorbarvi di foto per raccontare la bellezza dirompente e graffiante di una città come Porto. Poi ho fatto il ragionamento più scontato: chi minchia sono io per recensire storia, tradizioni, cultura di un posto così unico nel mondo? E chiedendomelo ho trovato la risposta. L’unicità di un racconto è l’insieme di sensazioni di chi ci è dentro: quindi di quelle vi dico.
Nessuna presunzione di essere guida, del resto neanche io in generale so bene dove vado (forse manco mi interessa troppo), e anzi qui il Cammino è un raro momento di coscienza in tema di direzione, volontà, impegno a lungo termine. 

Porto è l’unica sosta programmata in questi 28 giorni di scarpinata ininterrotta. Una sosta non proprio comoda dal momento che dalle ultime rive del Douro, sul quale la città è adagiata, al centro c’è un dislivello che gli ottimisti chiamano scarpinata e la restante parte del mondo chiama scalata. Nulla ha comunque inficiato l’unico momento in cui una mattina mi sono svegliato (pur non avendo cantato “Bella ciao”), non ho consultato mappe, non ho ricomposto a bestemmie lo zaino, non mi sono strafatto di Vaselina: mi sono alzato, ho fatto colazione come una persona normale e mi sono concesso l’ebrezza di fare il turista. Mi sono detto: oggi riposo. Eppure dopo tre ore di giri ininterrotti mi sono reso conto di aver guardato l’orologio con l’ansia improvvisa di sapere quanto mancava alla destinazione. Ma è stato un attimo. Poi mi sono immerso nuovamente nei miei pensieri e nelle considerazioni di cui vi sto dicendo.

Vista da siciliano, Porto è più affascinante di Parigi, più graffiante di San Francisco, più ammaliante di Londra, più efficiente di Oslo. Perché gli occhi di un palermitano vedono in questa città il riflesso di mille occasioni mancate. In fondo noi meridionali di tutto il mondo siamo anche quel che ci è stato tolto. Siamo orfani di città imperfette che affascinano gli imperfetti: e gli imperfetti, che piaccia o no, sono la maggioranza della popolazione dello zoo umano.
Porto ostenta l’abbandono e la criminalità che non mi sono estranee, ma ha soprattutto un’altra faccia orgogliosamente diversa. Il tema dell’orgoglio è fondamentale per capire questo popolo. L’orgoglio portoghese non è l’orgoglio francese o quello italiano. Loro, i portoghesi, sono pacificati col passato: dopo aver esplorato (e conquistato) il mondo si sono ritirati su una striscia di terra nella quale vivono senza rompere i coglioni a nessuno. Accolgono ma non hanno la pretesa di darti lezioni (come invece facciamo noi, i francesi, i tedeschi, eccetera). Hanno un’attenzione per la qualità che noi ci sogniamo.
Stasera ceno in uno dei posti più incredibili in cui sia stato. Ho comunicato di essere vegetariano e mi hanno mandato un tale che è esperto di cucina vegetariana e che ovviamente ha saputo accoppiare il vino giusto ai miei piatti. Ho pagato poco più di che in un medio ristorante di Palermo dove avrei potuto trovare un cameriere svogliato e una cassiera che con una mano ti scodella il conto e con l’altra si masturba di social network sotto il bancone. Insomma ho pagato un conto a gente perfettamente consapevole di quel che ti sta chiedendo: che è un tema, dal momento che la consapevolezza è il buco nero di una parte (la più scarsa e diffusa) dell’offerta commerciale delle nostre lande.

In generale, come ho spiegato, qui non hanno il feticismo della pulizia. Una cartaccia in un vicolo può scappare, ma una piazza la mattina deve essere linda senza eccezioni. 
Qui si capisce che c’è un’idea di amministrazione pubblica (non so manco di che ispirazione politica sia e il fatto che non me lo chieda vuole dire che non è importante saperlo) che non cerca i giochi di prestigio ma solo un minimo di risultato. Di domenica tutto aperto, tutto sorvegliato, tutto spiegato in almeno due lingue (anche il più raccomandato dei bigliettai di bus, metro, musei parla l’inglese, sorride per contratto e sta al suo posto senza eccezioni).
Ecco perché, in soldoni, per un siciliano Porto non è solo bella. Ma è drammaticamente bella.

P.S.
Da domani oceano e pensieri conseguenti. Ameno spero.

15 – continua

Tutte le altre puntate le trovate qui.

Pubblicato da

Gery Palazzotto

Palermo. Classe 1963. Sei-sette vite vissute sempre sbagliando da solo. Sportivo nonostante tutto.

4 commenti su “Porto bella”

  1. “Gery (MrNeary) ,Io la invidio”
    ( da Incontri ravvicinati del terzo tipo).

  2. Ho già riempito gran parte del bagaglio che il ” low cost” (cit. virgolettato…), consente, con le emozioni, i desideri, l’avidità curiosità e l’eccitamento della prima volta, che il tuo post mi ha ispirato. Resta poco spazio per gli effetti personali e gli articoli da toilette, ma le necessaire c’è già…
    Porto, arrivooo!!
    Grazie Gery, buon cammino! Magari riusciamo ad incontrarci…

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