L’articolo pubblicato su Repubblica Palermo.
C’è qualcosa di rassicurante nei prodotti di Ficarra e Picone, più o meno riusciti che siano. Ed è qualcosa che ha a che fare con un concetto antico e desueto, col valore del sano artigianato, di un’opera fatta con ingredienti ben scelti e senza manie di grandezza. Genuino potrebbe essere la parola adatta. Ma forse non basta.
In “Incastrati”, la prima serie del duo su Netflix che sta riscuotendo (meritato) successo, c’è tutto il simbolismo anti-simbolico che ha reso Ficarra e Picone unici nel panorama cinematografico nazionale. Un simbolismo che affonda le unghie nei luoghi comuni di Sicilia – prima di loro solo la coppia Cerami-Benigni era riuscita a decostruirli con effetti esilaranti – e li squarcia liberandoli nella loro essenza di posti, quindi luoghi, inutilmente affollati, quindi comuni. In questa serie si gioca col fuoco degli spettri siculi del tragico triangolo: morte, mafia, tradimento. Ci vogliono arte per maneggiare un sangue che non macchia la trama, furbizia per rendere simpatici i mammasantissima di Cosa Nostra senza aver paura della moralismo idiota dei social, abilità di scrittura per gestire un tradimento coniugale devastante. Ma è questo che Ficarra e Picone sanno fare meglio degli altri: usare il dramma per far finta di riderne e invece misurarne il peso. “Incastrati” è una storia piena di rimandi al nostro quotidiano meno presentabile: il fardello delle bugie, la sottovalutazione dell’amore, l’abitudine che genera solitudine, la voglia di essere altri senza il coraggio di esserlo. È soprattutto la non-rivincita degli eroi, in una terra che ha anche bisogno di armarsi di una risata per scegliere di imbarcarsi nell’ennesimo impegno civile.
Bravo, analisi interessante e puntuale, ma non vitapiattista!
Buongiorno Dott. Palazzotto,
anni fa Lei aveva intervistato il Dott. Gioacchino Genchi, fu intervista interessantissima, dove l’allora consulente informatico aveva profetizzato l’esito del processo Trattativa e l’assoluzione recentissima di Lombardo dando una sua spiegazione sia tecnica che logica-politica.
E’ possibile rimetterla online? Magari nel suo canale YouTube?
Purtroppo quell’intervista fu realizzata per un blog che oggi non esiste più. La ringrazio per avermi scritto.