Nella logica complicata dei dieci comandamenti c’è una teoria di indicazioni, prescrizioni, divieti. In realtà ne basterebbe uno solo: evita di fare agli altri ciò che non vorresti fosse fatto a te. Tuttavia un’alternativa interessante è stilare (con un sorriso) un decalogo personalizzato che ha il vantaggio di non essere imposto da nessuno e di derivare da un minimo di esperienza. Ecco il mio.
- Presta solo ciò che ti puoi consentire di perdere. Attenzione compresa.
- Lavati i denti almeno tre volte al giorno. Le cazzate di una bocca sporca infastidiscono il doppio.
- Impara a cucinare. Ti sarà utile quando capirai che mangiare bene è un buon modo di sopravvivere specialmente se non è solo il tuo stomaco a essere vuoto.
- Non comprare vino al di sotto dei dieci euro. Il vino del contadino pestato coi piedi lascialo al contadino (che tanto manco lui se lo beve).
- Celebra l’amore con la consapevolezza inconfessata che la migliore storia d’amore è quella che finisce. Il resto è gara di sopravvivenza.
- Non uccidere chi dice “un attimino”. Bisogna saper resistere alle provocazioni… e la vita è un attimino.
- Non rubare emozioni. Tesaurizza le tue.
- Non condividere nulla di ciò che non conosci o che non hai verificato. L’ignoranza de relato mette a dura prova il rispetto del sesto comandamento.
- Cerca di desiderare il meno possibile la donna d’altri. Sono guai comprati peggio di un tre per uno da Lidl.
- La prudenza è una virtù quando si è alla guida di qualcosa o di qualcuno. In altri casi è utile quanto un costumino di cemento se decidi di farti una nuotata in mare aperto.