Due categorie di persone, diverse ma in qualche modo complementari.
1) I genitori di bambini piccoli che vivono il mondo che li circonda come se tutti avessero la loro pazienza. A differenza di tutti gli altri genitori, questi fascisti della procreazione ritengono che il pianeta debba sopportare le loro pene con la stessa soddisfazione con cui loro: si fanno calpestare dai pargoli in ogni momento della giornata; pranzano/cenano in un caos di bambini urlanti che si inseguono; vivono di conversazioni interrotte (a volte mai nate) perché il bimbo ha da dire su tutto e tutti devono inchinarsi dinanzi al suo verbo; ridono quando ci sarebbe da piangere; piangono quando qualcuno glielo fa notare; chiudono ogni conversazione con la frase “tu che ne sai? Tu non puoi capire” solo perché loro si sono riprodotti e tu sei stato più cauto. Sono quelli che in pizzeria, quando il loro figlioletto sfrecciando tra i tavoli con un iPad che non ha campo urta il tuo tavolo e ti rovescia la birra addosso, ti guardano male perché il bambino – poveretto! – che colpa ha se tu, invece di mangiarti un cazzo di pizza, non sei rimasto a casa a rimbambirti di birra e tv lontano dalle gioie della paternità/maternità (e dai miei coglioni rotanti, aggiungo io)?
2) I padroni di cani che vivono il mondo che li circonda come se tutti avessero la loro stessa visione del mondo senza i cani che li circondano. A differenza di tutti gli altri padroni di cani, questi fascisti dell’animalismo abbaiante ritengono che il pianeta debba gioire perché: loro credono in un unico comandamento “più conosco gli uomini, più amo gli animali”, che in linea di massima è un buon principio fino a quando gli uomini non sono costretti, per assioma, ad amare gli animali più dei loro simili; scorrazzano sulla spiaggia ritenendo opportuno che il loro cane scacazzi con impunità; organizzano adunate in cui il guinzaglio è un optional (e se uno di quei “migliori amici dell’uomo” decide di scendere di un grado nella scala dell’affinità e punta ai vostri polpacci, fa proseliti che manco Grillo con la washball e le sue cazzate sui tumori…) ; la libertà è un cane felice di cui gli umani sono raramente degni.
Ora, sia per i genitori accecati da un affetto invadente che sarà solo loro quindi quantomeno deleterio per il pargolo, sia per i padroni di cani che guardano il guinzaglio come uno strumento di costrizione o peggio di tortura, vale l’antico insegnamento di Plauto sulla prudenza: “Guarda il topo, che animale sagace. Non affida mai la sua vita a un solo buco”.
Fidatevi, il mondo non ha la vostra stessa pazienza selettiva. Esistono genitori e appassionati di cani che potrebbero mettere in allarme persino il più distratto dei profiler.
Una cazziata in più al bimbo rompicoglioni e una cacca in strada in meno del vostro amato cagnolino faranno più bene a voi che a noi, umani senza figli e senza quadrupede da ostentare.
Alla fine viviamo tutti sotto lo stesso cielo, ma ognuno ha il suo guinzaglio.