E lo so che 34 anni fa vincevamo un Mondiale, anzi il Mondiale. So anche che molti di voi non c’erano e se c’erano dormivano (o poppavano). So che eravamo forti e affamati di vita. Tutti, giocatori e semplici tifosi. So che allora il calcio era una metafora della vita e non un suo surrogato. E che il mondo girava sempre a fatica, ma senza ansia di prestazione. So che coltivavamo il desiderio di lasciare un’impronta, e che la navigazione anonima era sinonimo di pirateria, quindi di qualcosa di sbagliato. Il migliore strumento di geolocalizzazione era il citofono: una risposta dava una certezza con la minima approssimazione umanamente immaginabile. So che ci si contava prima di armarsi ed eventualmente partire.
Nel 1982 eravamo campioni del mondo. Unici.
Nel 2016 siamo un campione del mondo. Qualunque.
Ma forse siamo solo invecchiati e tutto in fondo è meraviglioso, a nostra insaputa.