Tra tutti i vagheggiamenti di cui sono stato preda in questi nove anni e passa di blog, non c’è mai stato un refolo di celebrazione per l’involontario anniversario della nascita del titolare di questo blog. Sarà perché, come dicono i cari Ficarra e Picone, a forza di compleanni si muore. Sarà perché certe date è meglio farle ricordare agli altri e dimenticarsele da soli. Sarà per la finta modestia di chi vive di parole pubbliche e sarà anche perché i tempi cambiano e non c’è un vestito per ogni tempo. Sarà per tutto questo che oggi pianto una pietrina miliare lungo la strada di questo blog e scrivo nel giorno del mio compleanno che è il mio compleanno (il numero 53). Perché devo far pace col tempo che se ne è andato di nascosto e con gli anni sprecati a diventar grande.
C’è un momento nella vita in cui le cose cambiano sotto i tuoi occhi in un fiat: tipo, ti sentivi in un modo mentre ti lavavi i denti e ti sei ritrovato in un altro modo dopo aver sciacquato lo spazzolino. Ecco, quel momento è passato, una, due, cinque volte. E quando le cose cambiano a questo ritmo, vuol dire che sei cambiato tu. Lo spazzolino non c’entra.
Quando i compleanni non si contano più ma si accatastano, vuol dire che bisogna darsi una mossa con la lista di cose da fare. E la lista è una strana lista: va compilata nel tempo, con grande anticipo, una sorta di elenco a futura memoria, perché quando la rileggerai intorno ai 53 o giù di lì ti dirà tutto di te. Com’eri, come volevi essere, come sei stato, come sei e come presumibilmente non sarai.
Pensateci a vent’anni, quando di norma non si pensa a nulla che vada oltre il weekend. Siate parchi di ambizioni e generosi di emozioni (e non scimmiottate Steve Jobs che tanto si muore lo stesso anche se miliardari).
P.S.
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