Uno dei ritornelli preferiti del coro adorante dei berlusconiani, dopo la condanna di Lele Mora, Emilio Fede e Nicole Minetti, è: invece di condannare quei poveri disgraziati, perché i giudici non si preoccupano dei veri delinquenti che magari tornano liberi troppo presto?
La domanda nasconde – e nemmeno troppo – una certa ignoranza giacché la giustizia non si amministra coi “piuttosto”. L’uso, anzi l’abuso di termini di paragone esasperati quando si è a corto di argomenti è drammaticamente deprimente perché ci ricorda che viviamo in un paese dove la libertà di espressione – nel caso specifico il poter di liberamente una cazzata – viene confusa con la libertà di plasmare realtà ad hoc.
Il problema è che su questo equivoco si sono costruite, negli ultimi 20 anni, carriere politiche, programmi di governo e qualche fortuna privata.
Una societa’ democratica e liberale si caratterizza non solo per il rispetto del diverso ma anche delle sue convinzioni religiose politiche e delle abitudini sessuali.Dubito che certi nostri moralisti di professione siano tali e date certe abitudini lo possano diventare.P.Ostelino corriere della sera.