Umberto Scapagnini racconta la sua esperienza del coma. Tra qualche amenità e un paio di battute dice una cosa che mi colpisce. “Ricordo un tunnel di luce”.
Molti anni fa, quando ero bambino, anche io finii in coma e l’unica cosa che ricordo è proprio quel tunnel di luce nel quale mi persi e dal quale, per fortuna, riemersi un paio di giorni dopo.
So che sono in molti a portare testimonianze come la mia in un ambito molto delicato come quello che gli inglesi chiamano Near Death Experience (esperienze ai confini con la morte) e so anche che ci sono molti ciarlatani in giro.
Mi è piaciuto questo post: leggero e aperto al possibile come deve essere – per me – quando si parla di questi temi.
L’apertura al “possibile” dev’essere sempre una caratteristica dell’uomo intellettualmente onesto quale tu sei, Gery. Condivido con te che questo tipo di esperienze siano personali, e pertanto non facilmente comunicabili. Diffido dei sensazionalismi, ma apprezzo le “confidenze”.
Si potrebbe anche disquisire sull’intero firmamento che si vede netto e chiaro quando prendi una storta e ti fratturi il quinto metatarso…
@Vix @Totietoreri: grazie grazie, siete troppo clementi.
@gianni allegra: la tua vignetta su Rep di oggi è fantastica.
Ciao, Gery, grazie!