Oggi non è ieri

Cose che adesso mi piacciono
(e che prima, quindi, non mi piacevano)

La proprietà.
L’assenza di stipendio fisso.
La carne di maiale.
Lo snobismo.
La scrittura semplice.
L’intolleranza nei confronti dei cretini.
La corsa lenta.
Passare la mano in cucina.
Il rimprovero giustificato.
L’orecchino.
Il pesce a forma di pesce.
I genitori-amici.
La dipendenza da una (sola) persona.

Pubblicato da

Gery Palazzotto

Palermo. Classe 1963. Sei-sette vite vissute sempre sbagliando da solo. Sportivo nonostante tutto.

30 commenti su “Oggi non è ieri”

  1. credo che nella carne di maiale ci sia anche il mio zampino, magari con le castagne?

  2. La lentezza
    La diplomazia
    I vecchi profumi di Dior
    Mostrare il mio viso senza trucco
    Il caffè, anche fortissimo e amaro
    Mandare un amico/a a quel paese, se lo merita
    Pierpaolo Pasolini
    Le donne stilose ma senza marchi in vista
    Le borse
    La tolleranza, sprezzante e silenziosa, verso l’ignoranza altrui
    I bijoux degli anni Cinquanta
    I vecchi documentari
    I miei indomabili capelli ricci

  3. @gery: Il passare la mano in cucina l’avevo notato. D’altronde la consorte è molto abile ai fornelli. Penso ai risotti, per esempio.
    Invece la “proprietà” in che senso?

  4. E’ inquietante pensare a un pesce che non abbia la forma di pesce. Pura metafisica: un pesce che non ha bisogno di forma, pura sostanza.
    Ding an sich (#sigh!#!!)

  5. Anche a me lo stipendio fisso non piace, ma non mi è mai piaciuto nemmeno prima. Nel senso che preferisco i contratti di consulenza o di collaborazione all’abbraccio soffocante di un contratto di assunzione. Certo, c’è il brivido della precarietà. Ma la libertà è impagabile, e la possibilità di rinnovarsi, di crescere, di cambiare e a volte di buttare tutto all’aria mi permettono di reinventarmi ogni giorno, di negoziare mansioni e ruolo.

  6. @Gery: beh, oggi per noi precari un tetto di proprietà sopra la testolina è garanzia di sopravvivenza.

  7. La diplomazia.
    L’incoerenza.
    Ascoltare quello che hanno da dire gli altri piuttosto che indovinarlo.
    Non prendersi sul serio.
    Vedere un film, leggere un libro, vedere uno spettacolo che, a naso, mi sanno di indigesto.
    Dire che una cosa è indigesta solo dopo averla assaggiata.
    Non prendersela troppo.
    Mostrare umane debolezze.
    Chiedere scusa.
    Ricucire gli strappi.
    Contare fino a cento prima di fare uno strappo che poi dovrei ricucire.
    Chi mi ruba la scena (ogni tanto).
    Cambiare strade.

  8. @cacciatorino: a proposito dell’indigesto, adesso vale anche per me. Non è che stiamo invecchiando?

  9. @cacciatorino: per quanto mi riguarda, anche io mi sforzo di imparare la diplomazia, placando quando posso la mia irruenza. Ma non sempre ci riesco.
    E, in generale, in questo tuo elenco trovo moltissime cose che sarebbero salutari per chiunque.

  10. Non mi piaceva, con cognizione di causa, mia suocera (perché mi faceva oggetto di fendenti immotivati e crudeli, senza mai sbagliare mira). Ora mi piace un po’ di più, perché l’età e il rincitrullimento le hanno mitigato molto la perfidia. Qualche giorno fa mi ha detto persino il suo primo grazie e un’altra volta mi ha anche mandato un bacio con la mano. Quasi ci restavo secca.

  11. Io ho molti “non mi sono mai piaciuti”: dei must che non cambiano nel tempo. Come pure molti “mi piacciono sempre”. Ci vorrebbe una caterva di altri post, Gery.

  12. Sapere aspettare
    Il Natale soli in quattro o cinque
    Le spiagge deserte
    La casa di mia nonna (specialmente adesso che la sto ristrutturando)
    La Scala dei Turchi
    Chiedere scusa
    L’assoluta riservatezza
    Le cerimonie intime
    La fede nel Capo

  13. Bivaccare in cucina al fine di preparare sontuosi pranzetti per i miei amici
    Il caffè che scoraggia l’abbiocco tremens (negato a ogni madre di figlia ON dalle 07.00 alle 21.00)
    La diplomazia e talvolta la gentilezza, cugine dell’ipocrisia e della ruffianaggine: due arti in cui il mio consorte è un impareggiabile maestro.
    Quei chili superflui che non mi fanno più “la cameriera secca dei signori Montaignè”

  14. Il freddo della Svezia, e i paesi nordici in generale.
    Dal freddo e dalla lunga notte ti difendi, magari li utilizzi pure a tuo vantaggio. Con certe mentalità invece non basta coprire la testa e le orecchie.
    E ben sette punti tra quelli elencati da Gery, altri mi son sempre piaciuti.

  15. Cucinare (o meglio, il goffo tentativo di)  
    Trascorrere del tempo nella più totale inattività. 
    Il caffè.
    La protezione 20 e stare al sole quel tanto che basta per colorarmi un po’ (e per evitare che il mio consorte diventi insofferente al caldo e all’umanità, me compresa).
    Dormire completamente al buio.

  16. il divano di casa,soprattutto dopopranzo,
    le creme per il viso costosissime,
    le scarpe comode,
    il golf,e sono anche brava!
    stare sola col mio uomo,ovunque
    la pazienza,
    il poker online,
    i chiuhuahua,ercole soprattutto,il mio intelligentissimo cane,
    smalto e lucidalabbra,
    diventare una iena,quando serve
    i pranzi di famiglia,chiacchiere inutili comprese,
    le olive,
    non avere programmi,
    i bambini,quando non piangono a tutte le ore come quello del terzo piano!

  17. Gery, ma è l’effetto collaterale del matrimonio? Quindi adesso, davanti ad un’orata al forno o alla griglia ti fai avanti sgomitando? E ti diverti a togliere le spine per poterlo mangiare? Non ci credo se non lo vedo!
    A proposito della corsa lenta… sto attuando i tuoi consigli. Bene direi, sento i muscoli che lavorano a pieno regime, però mi annoio a morte, devo trovare una soluzione senò alla corsa mi sa che preferirò il divano ;-)

  18. @giusicilia: ehm, a proposito delle creme vale anche per me. Ma credo sia dovuto a qualcosa di ben diverso dal cambiare idea col tempo.

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