Nessuna risposta

Prendete tutti quelli superindaffarati, uomini e donne in carriera con una vita di superlavoro, e metteteli da parte. Poi prendete tutti quelli distratti, quelli che dimenticano tutto, e metteteli da parte. Poi prendete tutti quelli depressi, quelli che non vogliono sentire e/o vedere nessuno perché non sanno che faccia affittare, e metteteli da parte. Poi prendete tutti quelli borderline con la legge, quelli che hanno debiti o pendenze (non anatomiche) di vario tipo, e metteteli da parte. Poi prendete tutti quelli negati per la tecnologia, quelli che non distinguono un telefonino da una ceramica di Nino Parrucca se non per il fatto che il primo glielo ha regalato la moglie e l’altra la suocera, e metteteli da parte. Prendete tutti quelli a cui voi fate una profonda antipatia e metteteli da parte.
Tra quelli che restano ci sono alcuni esemplari da studiare: sono quelli che si negano senza un apparente motivo, quelli che quando li chiamate al cellulare non rispondono mai.
Perché ignorano la chiamata di qualcuno che – loro lo sanno bene – non ha da chiedere nulla e semmai ha da offrire?
Perché sopravvivono senza sensi di colpa davanti ai messaggi del loro cellulare che gli ricorda la loro inadempienza?
Perché quando richiamano, freschi e pettinati, vi devono intavolare la favola di un impegno che per giorni o settimane ha impedito loro di schiacciare un minuscolo tasto?
Perché mentono senza che, in fondo, ce ne sia bisogno?
Nella mia esperienza ci sono due o tre casi di questo genere, che non fanno fenomeno ma mi forniscono un’indicazione di massima: si tratta di persone che confondono affetti con interessi, tempo libero con tempo pieno, sentimenti con alimenti, volontarietà con contingenza, prima con dopo. Si tratta comunque di persone infelici.
Se uno ci tiene alla loro amicizia, le richiama come se giocasse un terno al lotto. Altrimenti le manda a quel paese senza passare dal via.

Pubblicato da

Gery Palazzotto

Palermo. Classe 1963. Sei-sette vite vissute sempre sbagliando da solo. Sportivo nonostante tutto.

12 commenti su “Nessuna risposta”

  1. Caro Gery, questi esemplari li conosco benissimo. Non rispondono al telefono, mentono senza ritegno e quando ti incontrano per sbaglio ti dicono “Ma dove sei finito, ma non ti fai più vedere” oppure “però chiama ogni tanto eh”. Chissà se gli danno la cittadinanza a quel paese.

  2. La miglior scusa : “ti ho mandato un sms” lo stesso si declina con la mail; il suo interlocutore, oscenamente ingenuo gli risponde:”non mi è arrivato nulla” , il primo continua ad insistere, si farebbe ammazzare: “ma l’ho mandato, te lo giuro”. Ma non hai mandato un bel niente, mica il mio cellulare è l’unico al mondo a non ricevere messaggi?!#§!!Il primo arriverebbe perfino a farsi tagliare una mano in una pubblica piazza pur di continuare a sostenere di aver scritto e mandato il messaggio. Affermare che un sms o una mail siano stati spediti , quando in realtà nessuno li ha mai ricevuti, rischia di trasformare un pacifico essere umano, in un unno pronto a saccheggiare e distruggere tutto quello che gli sta intorno. Il furbo, lo Pseudolo, riesce a distinguere il cellulare da una ceramica di Nino Parrucca, ma pensa che gli altri possano credere che gli sms o le email vengano smistate da un impiegato delle poste rincoglionito e da un postino ubriaco, come capitava per le vecchie cartoline.

  3. Ne parlavo giorni fa con una amica che mi confidava che lei al telefono non risponde quasi mai. Lo squillo la disorienta, e non importa se sul display lampeggia la scritta “Amica Rosi” o ” Suoceri Casa” . Pare si tratti di un lieve disturbo neurologico.

  4. Ah, ‘sti cellulari. Quando non esistevano certi problemi non c’erano. Ognuno poteva far finta di non esserci come gli pareva e piaceva, e senza scuse pietose. Meglio, no?

  5. Io sono una che risponde praticamente sempre e subito, a mail, sms, telefonate, lettere, citofonate, piccioni viaggiatori e segnali di fumo. Un po’ è deformazione professionale, un po’ è masochismo, un po’ è che sono curiosa, molto è (senza vanteria) che sono premurosa e disponibile.
    Però anche io ho dei (rarissimi) blackout, e accadono solo quando sono di pessimo umore. Per non contagiare gli altri e per non subire intrusioni, mi sottraggo a chicchessia. In quei momenti o giorni (anche mesi o settimane, se dovesse capitare) qualcuno penserà, o tanti penseranno, che sono una stronza menefreghista. Non sarò io a vietare loro di farlo. Però, in quei casi, voglio, anzi pretendo, la mia libertà. Fregandomene allegramente del giudizio del prossimo. Chi mi ama mi aspetti. E impari il rispetto.

  6. @Gery: l’ho visto. Solo che se chi ci chiama non sa perché ci neghiamo può anche pensar male. Poi ci sarà sempre il tempo di chiarire, per chi resiste.

  7. Io quando ho letto questo post mi sono sentito esattamente come “Abbattiamo”. Il telefonino mi fa sentire invaso e spesso senza altro motivo che il non riuscire a liberarmi dal peso degli altri, non rispondo, anche se dall’altra parte c’è qualcuno a cui voglio sinceramente del bene.

  8. Lo squillo del telefono talvolta ti coglie mentre sei in qualche faccenda affaccendato: e tu sai, perchè leggi il suo nome, che lei ha chiamato per raccontarti un fatto, uno qualunque, più o meno importante, più o meno ingarbugliato. E se non c’è una novità, nell’archivio dei ricordi lei sa pescare sempre qualcosa con cui “intrattenersi”. Perchè a nulla valgono i miei toni gentilmente conclusivi (attenzione, è permalosa, e se poi non mi cerca più?), il suo è il capitolo di un libro che è possibile interrompere. Allora, se ho un ospite a casa e non voglio che si mummifichi, se ci siamo appena seduti a cena, e sempre, se sono nello stato d’animo di Abbattiamo, non rispondo al telefono. Richiamo dopo. Curiosa come sono, mi piacerebbe che Gery raccontasse di più di questi due o tre casi; ma qualcosa mi dice che non scucirà più una virgola sull’argomento ;-)

  9. Anche nella mia vita c’è stata un’amica così: e quando le ho detto “come mai mi hai fatto dire che non c’eri, non bastava dirmi che in quel momento non avevi tempo per me?” è stata lei a non reggere il peso della vergogna e mi ha distanziato… ma senza di lei sto molto meglio!

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