Da Repubblica.it.
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Tre padrenostro, due avemaria, un sincero pentimento e la coscienza torna pulita.
(futti futti che Dio perdona a tutti)
Silvia,
c’è un errore di fondo. Il discorso era in inglese e Peni-tense (pene-teso) è stato erroneamente tradotto in peni-tenza.
Era una tipica espressione di celodurismo.
E che tipo di penitenza? una “adeguata penitenza” o il sommo (minuscolo sì, minuscolo) si riferisce alle solite penitenze?
Ma chi deve fare penitenza?
8×1000= penitenza.
Credo che, nonostante i commenti “volgari” che leggo, l’intervento del Papa (leggetelo tutto sul link di Repubblica) sia un primo passo importante nel riconoscimento del peccato della Chiesa, piuttosto che del peccato altrui. Non dobbiamo giudicare una persona “pregiudizialmente” perchè vogliamo che dica sempre ciò che a noi conviene che dica.
Per ciò che mi riguarda, da cristiano, non mi sento affatto “fanatico”, se condivido fino all’ultima riga l’articolo di Hans Kung su “Repubblica” di ieri (leggete anche questo). La Chiesa e il Cristianesimo sono una realtà più complessa di quanto non si pensi, da non poter sbrigare con alcune battute più o meno umoristiche.
L’articolo di Kung l’ho letto e apprezzato.
Ironia e satira son altra cosa. Ed è argomento vivo di questi giorni.
Non vedo limitazioni a che le due cose convivano, apprezzandole entrambe.
Perchè la Santa sede quando sbaglia, estingue il suo debito attraverso gli strumenti della fede, e quando deve prendere, tutto passa attraverso le più concrete interferenze nella vita pubblica del Paese, i concreti sconti sulle tasse, i concreti amici politici… Cose concrete mica semplici penitenze. Opinioni le mie, anche sbagliate. Poco cattoliche ma per nulla anticlericali.
Sono d’accordissimo con cinema and cigarettes.