Diciamo parolacce che non offendono più

Qui trovate uno spunto di riflessione sul degrado della lingua italiana.

Grazie a Verbena.

Pubblicato da

Gery Palazzotto

Palermo. Classe 1963. Sei-sette vite vissute sempre sbagliando da solo. Sportivo nonostante tutto.

23 commenti su “Diciamo parolacce che non offendono più”

  1. Scurati che dice: «una sorta di compulsione bassomimetica è la manifestazione più evidente del clima di basso impero in cui viviamo» per me è altrettanto osceno.

  2. Forse parlava dei suoi orribili sandali. So quello che dico.
    Comunque, anch’io ogni tanto mi sento bassomimetico.
    Devo preoccuparmi?

  3. Farò un giro di e-mail, per convocare un brainstorming con relativo workshop sulla bassomimetica. Se possibile faremo una videoconference, al limite una call, avete messenger? L’importante è capire il target che ci siamo prefissati per ottenere il max effort gia allo start up. Faremo una seria analisys sul roll out della migration dalla gebbia al Think Tank, anche in ottica di un merge & aquisition. A chi volesse invitare qualcuno del proprio network di conoscenze dico Yes you can.

  4. @cacciatorino:
    come la fai complicata… quando ho fatto il militare si chiamava passo del gattuccio o del leopardo.

  5. Silvia cara, se non lo teniamo d’occhio, tra un po’ ci ritroviamo un “attimino fuggente” tutto punti esclamativi e puntini di sospensione, in un tripudio di interiezioni.

  6. Io non li amo, mi sono indifferenti.
    Ma molto spesso aiutano a comprendere il tono con cui si scrivono certe frasi.
    Io agli emoticon preferisco la viva voce.

  7. @cacciatorino:
    scusami, non pensavo di usarne così tanti da contagiare.
    Diremo al ministro della sanità di fare un nuovo contratto con Novartis per il vaccino anti-emoticon.

    @Gianni:
    si scrive vichipidia.

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