Democrazia in Super8

Pare che la trasmissione Report, di Milena Gabanelli, sia a rischio per la prossima stagione di Raitre.
Piaccia o non piaccia, Report è uno dei pochi spazi di inchiesta (forse l’unico) sulle reti televisive italiane. Abbatterlo significherebbe tranciare l’ultimo cavo di collegamento con una simil-democrazia catodica che ci illude, riempiendo i pixel delle nostre speranze su schermo con denunce motivate e pentole scoperchiate.
Non v’è certezza di un’alba uguale per tutti in questo Paese, però in certi contesti e con un’adeguata dose di suggestione ideologica è ancora possibile immaginare tinte fosche per i malvagi e l’opposto per tutti gli altri. Report, nell’infelice mondo del telecomando, è stato per molti di noi un “aiutino”: il cicchetto giusto, la buona boccata, l’abatjour accesa, la dritta amichevole.
Ora, con una manovra complessa e scontata al tempo stesso, si ipotizza un azzeramento della trasmissione.
Se per tornare alle sane visioni notturne è necessario riesumare il Super8, io sono pronto: in cantina ho ancora un proiettore Silma che promette i grandi numeri di un’anzianità felice.  Spero che la Gabanelli si adegui (per il Super8, non per l’età).

Pubblicato da

Gery Palazzotto

Palermo. Classe 1963. Sei-sette vite vissute sempre sbagliando da solo. Sportivo nonostante tutto.

5 commenti su “Democrazia in Super8”

  1. Report, come altri programmi non allineati, paga perchè mostra una realtà italiana lontana dai proclami della maggioranza, un paese in difficoltà, con una profonda crisi di valori che fa pensare, che insinua dubbi.
    Cosa insopportabile per chi ci governa, tutto teso a nascondere con strati di vernice dorata le brutture e i problemi reali del paese.
    A saperlo prima, si poteva fare una scorta di puntate videoregistrate, in modo da tirarle fuori quando l’astinenza si farà sentire…

  2. Per un periodo se la vide di lastrico pure “Chi l’ha visto”. La redazione della gloriosissima (e utlissima) trasmissione ebbe il torto di andare a scovare il caso di un’amica della D’addario trucidata nel barese.
    La fine della televisione così come la stiamo conoscendo e un ritorno in massa alle sale cinematografiche è un mio sogno di sempre. Peccato che la maggioranza dei film prodotti e distribuiti sia accompagnata dal marchio Medusa/ Rai. Se non è zuppa è pan bagnato. Magari dopo aver inquinato la tv si passerebbe ad “aggiustare” grande schermo.
    Io spero soltanto che tutto questo finisca presto e senza troppi danni. E’ la mia preghierina quotidiana.

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