Sharon Stone su Paris Match.
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Come si chiama il fotografo, Francis Ford Photoshop?
Non vorrei far calare il livello culturale di questo blog, ma con o senza photoshop la Stone spacca alla grande.
Cosa c’entra la cultura? Il bello è bello, e il ritocco è ritocco.
Una volta(ad un uomo) ho sentito dire: Un uomo invecchiando diventa interessante, la donna patetica.
Non è il caso della suddetta.
Il bello è che gli uomini sono davvero convinti che invecchiando diventano interessanti
Quelli megalomanici e rimbecilliti sì, gli altri molto ma molto meno. Vivono di rendita questi maschi stagionati e rincitrulliti (un paio d’ore) se una bella fanciulla (ma anche se una già attempatella) azzarda l’aggettivo “interessante”. Le donne ritoccate sono libere naturalmente di rivedersi e correggersi. Ma quelle nature sono sì, interessanti. La bellezza sfiorisce. Ma i fiori finti non profumano e sono di plastica.
Purtroppo, Gianni, sai bene che in giro ci sono troppi megalomaniaci e rimbecilliti. Troppi e troppo ricchi
Pensavo ce ne fosse uno solo, molto pericoloso. Invece mi dici che è un intero esercito?
Però mi dispiace dover accostare questo splendore di donna (la Stone) con un vecchio miliardario ritoccato dalla testa ai tacchi.
Vabè, però così non vale! Persino la D’Addario sembra una strafiga nel calendario che ha fatto, ma nelle foto non ritoccate appare piuttosto malandata.
Sharon Stone sarà pure una bella donna, ma non QUELLA bella donna. E poi, il topless a cinquant’anni, suvvia… sono rimaste giusto lei e la Parietti. Desueto!
Mia nonna buonanima (che, per carità, non ha nulla a che fare con la Stone) da giovane e fino all’età matura era molto bella, molto alta, molto magra, molto bionda e con gli occhi molto verdi, gambe infinite e – fino a a settant’anni – con un seno da fare invidia a una diciottenne. Ma, appena cinquantenne, smise di mettersi in costume, anche intero, se andava al mare in posti affollati da estranei. Non voleva infliggere al prossimo qualche po’ di pelle pendula sulle braccia o qualche segno dell’età altrove. Secondo me fece una scelta di classe. Si coprì con eleganza, dando sempre una bella immagine di sé. Vestita.
Non so la poppa, ma in faccia non mi pare più lei.
Sì, la faccia è levigata tipo pista sciabile, spero non da lifting, ma da semplice ritocco digitale. Spero per lei. E’ bellissima (o era) con quelle rughette d’espressione. Sarà bellissima anche quando le rughe saranno solchi più profondi. Come attrice invece mi ha sempre lasciato alquanto indifferente.
Nel film Casinò ho cominciato a sperare che l’ammazzassero a metà del primo tempo. E dire che era in odore di Oscar…
L’unico ricordo della Stone è l’accavallo. Non ero più adolescente, ma quel che è bello è bello, anche se sopravvalutato.
@Cacciatorino. sai che Casinò è l’unico film di Scorsese che non mi è mai piaciuto (non mi ha mai emozionato)?
Secondo me richiede più visioni per “entrarci”. Certo che è lungo. E la Stone petulante. I film di Scorsese che io trovo indigesti sono solo due. “L’età dell’innocenza” e “Il colore dei soldi”. Il primo mi risulta noiosissimo. Il secondo – caso raro per il genio – stupidissimo. Nonostante Newman e, credo, a causa di Cruise. Che per me è intollerabile, per vari motivi.
Concordo su tutta la linea, anche se L’età dell’innocenza ha un suo “perchè”.
Certamente. Ha delle cose splendide. Il colore dei soldi nemmeno quelle. Solo Paul Newman, che dove lo toccavi suonava, ovvio.
La lentezza (giocoforza noiosa a tratti) forse era una “cifra” cercata dallo Scorsese che probabilmente desiderava misurarsi con un genere che solo Kubrick aveva (e non ha eguali ancora oggi) reso “capolavoro”: Barry Lyndon. Se ricordo bene protagonisti erano Michelle Pfeiffer (bella e brava) e Daniel Day-Lewis (bello e bravissimo).
Secondo me “Barry Lindon” è molto più bello e riuscito di “L’età dell’innocenza” (che comunque a me piace).
@Abbattiamo: nella mia classifica ideale dei film di Kubrick “Barry Lyndon” è secondo solo ad Arancia Meccanica. Ryan O’Neal bravissimo (molto prima della deriva “papi”) e Marisa Berenson enigmatica e “sontuosa” (prima della sparizione dalle scene). Il ritmo e la narrazione di Kubrick sono ineguagliabili.
@gianni: ti confesso che di “Arancia meccanica” ho visto solo spezzoni. Conto di rimediare molto presto. Poi ti saprò dire.
@Abbattiamo: ho visto “Arancia meccanica” per la prima volta lo scorso inverno e l’ho trovato geniale. Mi è piaciuto moltissimo.
Al contrario di “Blade Runner”, anche questo visto recentemente per la prima volta, che proprio non riesco ad apprezzare.
Cara Contessa, i nostri gusti cinematografici coincidono! Anch’io, per Blade Runner, non nutro una passione smodata: a differenza del 99 per cento dei cinefili del globo terrestre…
Gianni, io faccio parte dei 99.
I fllms, per me, sono tantissime cose, non soltanto la trama.
Se di un flm mi rimane impressa semplicemente una battuta o una colonna sonora o anche un solo sussulto i soldi sono stati ben spesi.
Blade Runner ha un ottima colonna sonora, un paio di battute mitiche e qualche sussulto ben costruito.
Mi piace passarci le dita sopra nello scaffale di casa mia.
Ps: Certo, Metropolis è tutt’ altra cosa, come il jazz o il rap
@Faguni: è che ho sempre sperato che Blade Runner mi piacesse dalla prima all’ultima sequenza. L’ho visto tre o quatto volte e mi sono inceppato tutte le volte.
Dopo tutte quelle chiacchiere, ieri sera, col condizionatore a mille, ho rivisto Barry Lyndon. Stupefacente.
Gianni, mi chiedo come l’avresti trovato, Barry Lyndon intendo, senza condizionatore.
ps
sto scherzando, Barry Lyndon è un bellissimo film ma anche Blade Runner visto col condizionatore a 1000 e un te freddo all’anice
@Abbattiamo: quando vedrai Arancia Meccanica, non perderti una sola battuta (puro godimento) e guarda e osserva con attenzione gli abiti di tutti, non solo di Alex e dei suoi drughi.