Il mio ufficio infelice

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di Quarant’Ena

Tutti gli uffici felici si assomigliano, ma gli uffici infelici sono infelici a modo loro. Quello in cui lavoro io ha il seguente organigramma:
1) Il capo. Affetto dalla sindrome del Messia, quando arriva non saluta perché “salutare i dipendenti  – sono parole sue – può dare adito a una forma di confidenza”. Entra  nella sua stanza, chiude la porta, e mi chiama col telefono. Il mio capo è un genio perché sta lavorando seriamente a importanti cambiamenti della grammatica italiana. Lui che detesta le e-mail perché vuole le cose “cartacemente”. Lui che, anziché indossare un camice bianco e togliere i calli alle persone anziane (anche quelle col piede diabetico), è il mio capo.
2) Collega Munzone Giuseppe campione mondiale di adulazione del capo. Tutt’e due rappresentano una molotov contro la costruzione linguistica. Di qualsiasi lingua.
3) Collega Di Grazia Assunta, alta 1,80,  riesce a puzzare di arancino al ragù già alle nove del mattino. Merito anche del suo stilista personale che ha la residenza in Cina ed evidentemente crea i suoi capi d’abbigliamento col vello di animali in avanzato stato di decomposizione.
4) Collega  Bivona Teresa. E’ la segretaria tuttofare che porta il fardello di disgrazie di un intero palazzo. Il primo marito l’ha lasciata quando era incinta. Ha avuto un tumore al seno. Si è risposata ha fatto altri due figli e anche il secondo marito l’ha lasciata per un’altra. E nonostante ciò riesce a farsi i fatti degli altri con puntigliosa sistematicità, quasi per vocazione.
5) Collega Giacalone Salvatore, detto “‘u tambutu”. E’ talmente tirchio che fa le fotocopie della settimana enigmistica. Fonti informate parlano di una relazione omosessuale, ma di questo non c’è alcuna certezza.
Ecco, io lavoro con questi colleghi. L’umanità deve sapere.

Pubblicato da

Gery Palazzotto

Palermo. Classe 1963. Sei-sette vite vissute sempre sbagliando da solo. Sportivo nonostante tutto.

28 commenti su “Il mio ufficio infelice”

  1. Non son cose belle da suggerirsi, specialmente a Pasqua, ma una mattina dire “scusate ma temo di aver parcheggiato male l’auto, vado a vedere se me l’ha presa il carro attrezzi…” dopo aver piazzato due/tre bei candelotti di dinamite col timer nel secondo cassetto della tua scrivania, quello dove di solito si tengono crackers, salviettine umidificate e novalgina…? uno straccio di lavoro te lo ridà chiunque… e senza ‘sto film di Frankenstein…

  2. …La seconda puntata potrei scriverla io…stesso stile, identico sfondo, medesimo istinto di rivoluzione…uguale bisogno di solidarietà dall’umanità intera.

  3. Un museo degli orrori. Mi chiedo, è il tipo di lavoro che fai che brutalizza così? O bisogna avere certe caratteristiche per svolgerlo?

    n.b. Te esclusa, si intende!

  4. Solidarizzo con Quarant’Ena perchè ho dei colleghi mostruosi anche io, ma da campionato mondiale. Bello il tasto “PANIC” nella foto. Io ne ho diversi per l’emergenza sull’impianto della mia postazione. Ogni tanto, nella mia immaginazione questi pulsanti si trasformano in diabolici strumenti di distruzione, e qualche collega idiota fa una fine tremenda. Poi ritorno in me, e loro sono ancora lì a svolazzarmi intorno.
    I colleghi 4 e 5 sono d’antologia! Fantastiche le descrizioni ho riso tanto.

  5. Uno dei colleghi citati dalla diligente scrivente deve essere messo in “Quarant’Ena per la relazione omosessuale?
    Deve essere degno di nota con chi si va a letto?
    supponiamo quindi che gli altri collegfhi citati siano “normali” etero…
    Complimenti!!!!!!

  6. Bel pezzo. Però disapprovo la notazione sulla relazione omosessuale. Saranno affari del collega Giacalone, o no?

  7. E fatevi quattro risate… Avete mai sentito parlare di burle? Ho un ex compagno di scuola gay che racconta barzellette sui “finocchi” che ti stroncano il fiato dalle risate. Ed è pure presidente di una associazione per i diritti dei Gay.

  8. @ Cinema and Cigarettes
    Ah… il “burlismo” omofobico… ancora complimenti!!

  9. Allora visto che il dibattito è aperto…è possibile che a Quarant’Ena non piacciano gli omosessuali. Secondo me non era nelle sue intenzioni, le è scappato un certo fastidio.
    @Cinema & cigarettes. Quand’è un gay a scherzare sui gay è un conto, quando è un etero deve stare attento.

  10. Sul tema dell’omosessualità, la posizione di questo blog è sempre stata molto chiara: basta fare un giro per avere un’idea della tolleranza e del rispetto che sono sempre alla base di ogni riflessione.
    Nel caso in questione, mi sembra pretestuoso accendere una polemica. Il post è chiaramente ironico e l’ironia può essere più o meno gradita. Una nuova, stramba crociata, no.

  11. Dedicato a chi non prova fastidio:

    Poesia d’autrice, nota ovviamente solo a internauti “non etero” !
    La traduzione è di Salvatore Quasimodo.

    “Gli astri d’intorno alla leggiadra luna nascondono l’immagine lucente quando bianca più alta risplende sopra la terra”.

  12. La poesia è molto bella. E il pezzo è solo ironico. Non credo che quarant’ena abbia voluto offendere qualcuno.

  13. E’ un racconto così… leggero, perchè rovinarlo con questi noiosi discorsi su etero, non-etero e omofobia. Uff!

  14. Piana solidarietàa Quarant’ena.Anche i miei colleghi d’uffico non scherzano.La capisco benissimo.
    E comunque si scherza. Andare a cercare la malafede o una presunta omofobia mi sembra eccessivo.
    Take it easy…

  15. Ovviamente d’accordo con Gery e la Contessa. E anche con Fabio. Anonimo su, un po’ di relax…te lo dice una radicale fino al midollo che su certi temi non si sognerebbe di minimizzare.

  16. Brava Quarant’Ena. E così mi hai scoperto. Come ha fatto a capire che possiedo intere collezioni di Settimana Enigmistica fotocopiate in ufficio? Io e il mio compagno le adoriamo…

    p.s. Meglio il peculato che l’olezzo di arancino al ragù. Imperdonabile.

  17. Anonimo sei un tantino acido e anche un po’ retro’… il tema è superato da un pezzo.. ormai non gliene frega più niente a nessuno di chi si portano a letto gli altri. O no???

  18. Chiedo scusa se ho usato un linguaggio poco rispettoso. Non volevo offendere la sensibilità di nessuno. Era solo per dar forza a ciò che penso. Usando parole meno forti ribadisco che guardandomi intorno, mi sembra che certe scelte, fortunatamente, non scandalizzino più la maggioranza.
    Credo che ci sia molto più rispetto di quello che gli omosessuali dicono di non ricevere, e che, a questo punto, potrebbero anche abbassare le difese.
    E non sentirsi, spesso inutilmente, oggetto di discriminazioni.

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