Sono sante canzonette

Paolo BonolisErano rimaste solo le canzonette. Il Vaticano si era espresso su tutto: famiglia, politica, presente, economia, futuro, astrofisica, letteratura, cinema, beghe condominiali, carovita, giornali, storia, crimini, giovani, morte, sopravvivenza, malati che non vogliono vivere, viventi che non vogliono ammalarsi, guerra, martiri, sesso e altro enciclopedicamente vagheggiando.
Ora la pulsione (re)censoria dei porporati che si spinge oltre la soglia del tempio dell’italica leggerezza umana, cioè il teatro Ariston di Sanremo, ci conferma che alla presunzione degli uomini “in missione per conto di Dio” non c’è argine.
Se, sul foglio della Santa Sede (e sulle sue fotocopie), si arriva a discettare  a proposito della liceità dei messaggi del Festival della canzone italiana e dei suoi contenuti, il segnale è allarmante.
Vuol dire che serve un Bonolis anche dalle parti di Piazza San Pietro.

Pubblicato da

Gery Palazzotto

Palermo. Classe 1963. Sei-sette vite vissute sempre sbagliando da solo. Sportivo nonostante tutto.

37 commenti su “Sono sante canzonette”

  1. stiamo attenti a parlare del Vaticano…mi sa che Mastro Titta sta passando di nuovo il ponte…

  2. Ma “l’incolumità del microfono” invocata dalla Santa Sede è forse quella che vorrebbe preservare Luca Laurenti quando ogni sera Bonolis gli propina i supermodelli bonazzi?

  3. Troppo poco la Binetti: qualcosa di più reazionario, quialcosa di più in armonia coll’intimo sentire di questo coeso paese frantumato.

  4. Come diceva Moretti: “Andiamo avnti così… facciamoci del male..”, solo che lui parlava della Sacher torte

  5. Io intanto – fra (fu)Walter e Pina Ratzy – vado avanti e fondo l’Arisa Fun Club. Betty Boop o Ugly Betty poco importa. Le iscrizioni sono aperte: “Sincerità/elemento imprescindibile/di una relazione stabile/che punti all’eternitàààà…”.

  6. @Totorizzo. Ora registri il ritornello di cui sopra CON LA TUA VOCE e me lo mandi. Sarà il jingle del 2009.

  7. Ho leggiucchiato l’articolo dell’osservatore. Sulle prime l’ho trovato un banale articolo di critica televisiva. Insomma, lo sforzo di uno scrivano vaticano che cerca di fare il verso ad Aldo Grasso. Ma ora Totò mi fa notare (l’incolumità del microfono laurentino…) che potrebbe essere effettivamente qualcosa di più infido, e con un sottotesto ben più ampio e inquietante di quello che suggerisce la banalità in superficie. Non ho capito con chi o che cosa ce l’avesse l’autore dell’articolo… che sia questo il vero motore dell’iniziativa? Un’ambiguità intessuta ad arte, riferibile a qualsiasi cosa?

  8. Sorprendenti anche i risultati di un recente studio effettuato dal Vaticano, e riportati dall’Osservatore Romano, su come peccano uomini e donne. Ebbene si, analizzando le confessioni di ignari fedeli, è emerso che gli uomini cedono più facilmente alle tentazioni della carne e della gola, mentre le donne si limitano a invidiare le “altre”, sono vanitose e si arrabbiano spesso.

    Un sondaggio del Times di Londra registra un netto calo di fedeli che ricevono il sacramento della confessione.

    E Sanremando: grande, grandissimo Pino Daniele.

  9. Questa è fantastica. Spero che i “confessati”, dopo un colpo basso del genere, si convincano a passare alla psicoterapia. Funziona infinitamente meglio e, soprattutto, tende a eliminarli, i sensi di colpa, piuttosto che farli aumentare. Purtroppo costa, mentre la confessione è gratis. Come tutti gli strumenti di coercizione di massa. Ma a noi che abbiamo visto Sanremo, che ci tocca, adesso? Due Pater e venti ave Maria? Ed esisterà davvero l’inferno? E Al Bano e Povia ci andranno?

  10. Wojciech Giertych, teologo della Casa Pontificia: “…Meno pericolosi sono i peccati contro la castità perché portano con loro una forte auto-umiliazione, e come tale possono essere un’occasione per tornare a Dio”.

    In pratica, se un prete fa sesso sta solo cercando di “ricongiungersi” con Dio.

  11. I pensieri degli scrittori?
    Non ho sentito quello di Ammaniti di ieri, ma su quello di Giordano mi sono già espresso…

  12. Mmmh… Ho ascoltato solo quello di Giordano. Molto ruffiano e con pretese letterarie fuori contesto.

  13. @contessa: mi inquieta la parola “autoumiliazione”. In che cosa consisterà? Siffredi potrebbe illuminarci…

  14. Sanremando: grande Pino Daniele, grande bonolis che è riuscito a scatenare un concerto rock in una platea tra le piu’ “ingessate” che ci sia!
    Grande festival della canzone,
    della musica e dello spettacolo!
    E non mi dilungo perchè ho un febbrone equino e mi stancoo oh oh oh!

  15. Sui pensierini degli scrittori: banali, senza guizzi, secondo me. Comunque, troppo lunghi per la lettura orale. E dire che uno scrittore dovrebbe saperlo che la durata media dell’attenzione nel caso del reading è molto bassa. Ma forse i racconti li pagavano un tot a parola…

  16. @totò: credimi, pure io ho deciso di tifare per Arisa, in questo deserto sanremese.

  17. Non so chi vincerà Sanremo, ma la canzone di Dolcenera e Arisa sarà il tormentone delle radio per i prossimi mesi. Santa sede permettendo… si capisce.

  18. E su Radio Vaticana? Povia a tutto spiano, con bambini che fanno oh, coppie di piccioni anti-divorzio e Luca che era gay e adesso sta con lei?

  19. Ma anche “Luca era gay adesso sta con lei” è fisiologicamente un tormentone. Potrebbe già essere diventato l’inno degli zimbellatori delle comitive di studenti in gita, dei bar di periferia e delle carceri italiane. Con tutte le varianti possibili e immaginabili. Presto, ai casi di bullismo si aggiungeranno quelli di “povismo”.

  20. Se non lo avete già fatto suggerisco di guardare su Corriere.it Sanremo e dintorni con Aldo Grasso

  21. Già. Bei tempi. Chissà, magari Luca si buca ancora. Dopo aver ascoltato Povia.

  22. Povia canta l’inno del PDL che avanza. Arisa, invece, canta l’inno del Pd che si vuole riappacificare con l’elettorato che non ne può più. Ma anche no.
    Aleandro Baldi nel 94 cantava la pallosa, ma in fondo speranzosa, “Passerà”. Subito dopo sul palco arrivava Faletti e ad un tratto ci ricordavamo che eravamo a Sanremo, Italia. Minchia, Signor Presidente!

  23. E’ ufficiale: “Luca era gay” diventa l’inno delle ronde testé sdoganate dal governo. Varianti: “Luca era rom”, “Luca era nero”, “Luca era per i c… suoi”. Lo spartito prevede una sottolineatura vocale della parola “era”. Ancora in lizza l’encore finale. Forse si opterà per il già collaudato “Me ne frego”.

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