Il cartellino dei giudici

Il ministro Brunetta vuole piazzare i tornelli all’ingresso dei tribunali per controllare quanto lavorano i magistrati. Brunetta non mi sta simpatico, ma accolgo con favore ogni iniziativa – da qualunque parte politica provenga – che renda difficile la vita ai fannulloni. Che siano giudici o impiegati del catasto, che abbiano quattro lauree o la semplice terza media, i lavoratori hanno l’obbligo di non rubare lo stipendio. Forse per essere stata fastidiosamente bersagliata da berluscones e affini, la categoria dei magistrati mi è parsa ultimamente un po’ troppo suscettibile. L’idea del ministro della Funzione pubblica è stata accolta con una levata di scudi dall’Anm: “Lavoriamo fin troppo”; “ci sono colleghi che si portano il lavoro a casa”. Quale migliore occasione di un controllo certificato per evitare abusi e per alleggerire i carichi di lavoro, allora?
In Italia l’allergia al controllo si propaga troppo spesso ai controllori. E in certi momenti c’è un solo metodo per dimostrare la propria onestà: mostrare tasche e documenti. Timbrare il cartellino non è pratica umiliante né contronatura. E’ forse il modo migliore per dimostrare quanto un organico è all’osso e per togliere alibi a chi di alibi infarcisce le proprie azioni.

O.T.
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Ge.P.

Pubblicato da

Gery Palazzotto

Palermo. Classe 1963. Sei-sette vite vissute sempre sbagliando da solo. Sportivo nonostante tutto.

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