Ancora sull’amicizia. E, come preannunciato, qualche caso diverso rispetto a quelli che ho raccontato ieri.
Un amico che ha lavorato con me per molti anni. Stesso ruolo del mio, stessa carica, altissimo rischio di conflittualità quindi. Visione politica differente, vite e scelte diversissime. Mai uno screzio, nonostante la strategia dell’azienda per la quale lavoravamo fu, a un certo punto, quella di metterci in contrapposizione. Ci sono stati periodi in cui ci siamo frequentati di meno, altri in cui ci siamo persi di vista. Eppure, quando serve, la prima telefonata è la sua.
Due amici di recente acquisizione. Passioni comuni, la scrittura tra tutte, che si sono sublimate in lavori comuni. Ridiamo e ci accapigliamo con disinvoltura, ognuno tenendosi stretta la propria dose di permalosità. Ciascuno di noi ha cieca fiducia nelle debolezze dell’altro.
Cinque amici lontani, in altre città, in altri paesi. Tutti realizzati, diciamo pure di successo, nei campi più disparati. In passato sono stato uno specialista in deragliamenti: ogni volta da quelle città lontane arrivava un invito. Ho viaggiato molto.
Un’amica cara ha deciso che ero giornalisticamente defunto e mi ha dato l’occasione di riprendermi quello che avevo perso, senza sconti né franchigie. Oggi campo bene anche grazie a lei.
P.S. Non mi sono dimenticato degli altri. Solo che c’è differenza tra un post e un elenco di ringraziamenti a salma tumulata. Comunque, il cellulare è acceso.