Da quando sono in età cosciente (da pochi anni, secondo chi giura di conoscermi bene) ogni fine anno è accompagnata da rincari, aumenti, allarmi monetari e catastrofi economiche varie. E’ come se vivessimo in un enorme portafogli e ci svegliassero quando è l’ora di pagare il conto. Tutti ad agitarsi, indignarsi, annunciare provvedimenti che non ci saranno. Come se tirando il freno a mano si potesse arrestare la deriva dei continenti.
Una volta un economista mi spiegò che il sistema mondiale non si basa, come molti credono, sul rapporto domanda-offerta, ma su bisogni indotti e offerte programmate. Che è altra cosa. I grandi manovratori, insomma, pagano perché i poveri restino tali. Perché senza di loro non ci sarebbe quella differenza di potenziale che alimenta i flussi di denaro.
Quando si parla di rincari l’unica arma che esiste è lo sciopero globale dei consumi.