Cesa (ricordiamocelo)

Ho seguito con scarso interesse l’ennesima farsa di un politico puttaniere, nel caso specifico Cosimo Mele. Per i seguenti motivi: non mi sorprende più che un padre di famiglia con figli a carico se ne vada a scopare con donne prezzolate, lo fanno in moltissimi; la scena politica italiana (e mondiale) è piena di personaggi che si riempiono le mani non soltanto di soldi ma di carne presumibilmente soda; è fatale che, in questo campo, chi predichi bene rinnovi l’esperienza diretta del razzolare male (tanto per sapere di cosa si parla); le lacrime del cattivo smascherato, come quelle del lenone Ballione di Plauto, mi fanno sorridere.
Eppure c’è qualcosa che mi ha fatto scattare i polpastrelli. La giustificazione d’ufficio fornita dal segretario del partito del puttaniere, l’Udc: “La solitudine è una cosa seria e la vita da parlamentare è dura per chi la fa seriamente”. Per cui – l’autore di questa frase si chiama Lorenzo Cesa, ricordiamocelo – è auspicabile distribuire più soldi ai deputati affinché possano ricongiungersi con la famiglia.
Caro onorevole Cesa (ricordiamocelo), immagino che lei guadagni oltre 15 mila euro netti al mese, tra stipendio, indennizzi e altri rimborsi. Immagino che abbia diritto a viaggiare gratis e che abbia bollette del cellulare pagate per oltre 3 mila euro all’anno. Sono certo di commettere qualche omissione nel fornire queste cifre perché ho fatto una ricerca superficiale pur di non avvelenarmi troppo la giornata: queste sono comunque le cifre minime che ho trovato, ci sarà molto altro che non ho registrato. Onorevole Cesa (ricordiamocelo), i casi sono due: o, nell’avanzare quella proposta, lei voleva diluire i toni della polemica in una grassa risata, oppure deve abolire qualche aperitivo. Nella prima ipotesi si può rimediare subito. Al suo via, tutti a sghignazzare. Nella seconda è utile cambiare stile vita. Per esempio, perché non se ne torna a casa sua, onorevole Cesa (ricordiamocelo)?
Biglietto d’aereo pagato. Puttane no.

Pubblicato da

Gery Palazzotto

Palermo. Classe 1963. Sei-sette vite vissute sempre sbagliando da solo. Sportivo nonostante tutto.

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