In Belgio una candidata (forse) al Senato promette sesso orale (forse) a tutti quelli che la voteranno. E’ una campagna elettorale surreale sponsorizzata da un movimento di protesta, il Nee, che ha spesso usato la provocazione per colpire la politica stantia. Quella di Tania Dervaux è comunque una trovata furba per finire sui giornali di mezzo mondo senza fatica. Il sesso e le nudità sono argomenti che non necessitano di trattamenti editoriali, di traduzioni. Bastano una foto e una didascalia ed è fatta. Se ne può ridere.
In Italia, qualche anno fa, i radicali portarono in parlamento una pornostar. Il senso della provocazione, se di provocazione si trattò, non fu mai chiaro. Di certo non ci fu nulla da ridere.