Al mancato sindaco di Palermo

Gentile professore Leoluca Orlando, sono uno dei suoi elettori e non posso che scriverle. Ho appena finito di visitare il suo sito e alla voce “ultime notizie” proprio nella home page si rimanda ai risultati dello spoglio in tempo reale che in realtà non ci sono e a una sua dichiarazione su Prodi e Cuffaro datata 6 maggio. Sa com’è, volevo aggiornarmi prima di metterla al corrente delle mie perplessità. Pazienza, la rete (minuscola) non è il suo forte.
Le indagini sulle sue denunce faranno il loro corso. Lei parla di brogli, i giornali testimoniano un clima pesante persino nei quartieri che dovevano essere le sue roccaforti, i vincitori gioiscono per gli esiti del loro “ottimo gioco di squadra”. La verità è sabbia tra le dita, un po’ scorre, un po’ dà fastidio.
La distanza di punti percentuali tra lei e Cammarata è notevole. Lei non ha perso sul filo di lana, ha perso e basta. Servivano più voti, più partecipazione.
Lei, gentile professore, ha creduto troppo in se stesso, troppo poco in un supporto politico di largo consenso. Traduco: ha fatto da solo ciò che doveva fare in gruppo. E’ sempre andata così da quando la conosco (e la voto). Lei è un solista, non ha delfini, non vuole eredi, brucia idee in varie lingue, è un tritasassi delle parole, un erogatore di programmi ambiziosi, un pessimo tattico.
Della Rete (maiuscola), che da semplice movimento era diventato imponente soggetto politico, non è rimasto un solo nodo utile, solo pesci morti. Eppure noi c’eravamo, gentile professore, noi eravamo quella marea silenziosa che inondava le strade per seguirla nei cortei antimafia. Noi la sorreggevamo nel duello cruento con una parte dell’estabilishment cittadino (imprenditori, giornalisti, magistrati) che brandiva un garantismo peloso quantomeno sospetto (per non parlare d’altro). Noi facevamo il tifo per lei come se fosse un campione sportivo, l’ascoltavamo come un mahatma.
Lei ha creduto di poter continuare a correre da solo. E ha sbagliato per nobiltà d’animo e triste presunzione. Adesso non so quali siano i suoi progetti, immagino che voglia giocare un ruolo da protagonista nel Partito democratico. Le do il mio modesto consiglio: si faccia moltitudine, deleghi, distribuisca fiducia, mandi qualcuno in giro a parlare per suo conto. S’inventi gli orlandiani e dimentichi l’orlandismo.
Buon lavoro

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Gery Palazzotto

Palermo. Classe 1963. Sei-sette vite vissute sempre sbagliando da solo. Sportivo nonostante tutto.

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