Fessi

La sfilata a Novara di quei quattro fessi no pass travestiti da deportati nazisti è il famoso passo avanti sul ciglio del baratro. Che ci spinge a farci la domanda cruciale? Esiste un limite all’ignoranza gretta e colpevole? Probabilmente una risposta non c’è, quindi al contempo c’è: nell’assenza di un confine e di una sua descrizione ci si deve rassegnare a una serie infinita di ripetizioni più o meno evolute.

Da tempo noi giornalisti ci interroghiamo su quale sia la nostra responsabilità nella diffusione di queste indecenze senza scopo e ragione. Ci siamo spesso giustificati – io per primo – adducendo  l’imperscrutabile diritto di cronaca e rifacendoci al ruolo cardine dell’informazione, che è appunto quello di eliminare le sacche di ignoranza. Ma ciò aveva senso quando avevamo il pallino del mainstream in mano, cioè quando l’informazione era davvero un potere (e non soltanto in senso negativo). Oggi il quadro è radicalmente cambiato: Facebook è il più grande e pericoloso distributore di notizie del mondo, senza verifiche e senza responsabilità, dato che se venisse identificato come “azienda editoriale” sarebbe costretto a chiudere i battenti per impossibilità di controlli. Quindi il ruolo di sentinelle tocca alle vere aziende editoriali, in qualunque forma operino, perché un’informazione senza responsabilità non esiste.

Spiegare, spiegare, spiegare. Senza sconti, con la necessaria fermezza. Distinguendo le opinioni diverse dalle nostre da quelle, finte e baggiane, che inquinano il mondo in cui le opinioni vere nascono. I fessi di Novara sono un prodotto dell’algoritmo che come un virus ha modificato il dna del nostro sapere, ha azzerato le difese immunitarie della nostra buona creanza, e ha fatto troppe vittime collaterali.   

Capitani oltraggiosi

L’articolo pubblicato su Repubblica Palermo

La parte esilarante del ragionamento politico dei no-pass è nel loro autodefinirsi “uomini liberi”. La parte imbarazzante sta invece nella definizione più congrua, e purtroppo poco sintetica, del movimento suggerita dall’oggettività: gente che si oppone a un provvedimento politico che vuole spingere al vaccino chi fa finta di non conoscerne l’utilità o ne ha paura. Nel mezzo, una serie di nuove emergenze create ad hoc da chi non crede nelle emergenze: l’intasamento delle farmacie per la corsa ai green pass; le manifestazioni di piazza per difendere uno strano diritto, quello di violare le norme; la corsa a chi spudoratamente la spara più grossa, tipo i due deputati regionali che ieri pretendevano di entrare all’Ars senza green pass. Ma la cronaca minima di massime scempiaggini è ricca e tenere il passo è difficile. L’altro giorno a Palermo un noto professore universitario di economia prestato alla virologia applicata alla Costituzione ha arringato una piccola folla dicendo che nel giorno in cui è stata assaltata la Cgil a Roma, alcuni poveri manifestanti hanno subito torture da parte della polizia. Che è un suo scoop, dato che molto probabilmente avrà aggiunto alle sue competenze anche quella del giornalismo.

Ecco, quando tutto questo sarà finito i cerchi dovranno essere chiusi. Tutti i politici che hanno cavalcato un’insensata e pericolosa protesta dovranno essere democraticamente rispediti a casa, tutti gli imbroglioni che hanno intorbidito le acque della verità dovranno risponderne nelle sedi opportune, tutti i capitani delle navi del malcontento dovranno assaggiare l’ammutinamento dei veri “uomini liberi”, quelli che adesso vengono tenuti prigionieri con la paura e la disinformazione.