Il nuovo libro

E’ sempre un momento magico quello in cui arriva a casa la prima copia del tuo libro. Te la giri e rigiri tra le mani toccandola, spulciando tra le pagine. Cerchi una frase in particolare, quella che ti è piaciuta di più o forse quella che credi possa piacere di più. Cerchi non sai cosa, l’importante è tastare, pesare, rimirare il frutto del tuo lavoro.  Controlli, con un certo batticuore, copertina, quarta, dedica, ringraziamenti: che sia sfuggito un refuso?
Poi ti rassegni.
Quel che è fatto è fatto.
Questo, con scarsa originalità, è ciò che ho pensato ieri sera quando mi hanno consegnato “Salina, la sabbia che resta”, il libro scritto con Giacomo Cacciatore e Raffaella Catalano.
Questo è ciò che hanno pensato anche loro.
Questo è, forse, ciò che pensano tutti gli scrittori quando si trovano davanti al prodotto di tanta fatica, di notti insonni, di risate, di birre e panini (più le birre), di dilemmi, di polpastrelli consumati, di occhi stanchi, di fogli svolazzanti e di computer fusi.
La nota di cronaca è che “Salina, la sabbia che resta” (Dario Flaccovio Editore) sarà in libreria dal 15 giugno.
Quella personale, per gli attenti (ed esigenti) lettori di questo blog, è che è un romanzo del quale siamo particolarmente orgogliosi.

Aggiornamento.

A gentile richiesta, la quarta di copertina.

A Salina, il magistrato Ottavio Lodato viene ucciso nella sua villa. Lì lo aspettava Sofia, la sua amante minorenne dalla quale ora tutti pretendono risposte. Di colpo, un’estate come le altre diventa diversa. I primi a rendersene conto sono il comandante dei carabinieri Bartolo Italiano, che deve gestire il caso, e il giornalista Nino Torta, che scrive e stampa Il vento delle Eolie, strampalato quotidiano locale. E se l’uno dovrà affrontare non solo l’indagine più difficile della sua carriera ma anche le spine della gelosia, all’altro toccherà destreggiarsi con un mestiere di cui finora si è solo pavoneggiato. Tra antichi rancori e amori complicati, ricatti sessuali e assedio mediatico, il delitto diventa la miccia di una bomba rimasta sepolta per anni sotto la pigra tranquillità dell’isola più verde delle Eolie. E quando un’estate inquieta finisce, ciascuno si ritrova a fare i conti con la propria solitudine: buono o cattivo che sia, persecutore o perseguitato, amico o nemico. Ognuno dovrà andare fino in fondo per leggere le tracce di verità sulla sabbia che resta.

Pubblicato da

Gery Palazzotto

Palermo. Classe 1963. Sei-sette vite vissute sempre sbagliando da solo. Sportivo nonostante tutto.

21 commenti su “Il nuovo libro”

  1. complimenti! non vedo l’ora di leggerlo. Salina non sarà più la stessa!

  2. Sì, sì… mi accodo a Paolo, vogliamo l’incipit.

    Sarà forse banale, ma non ho altro da dire se non che sono veramente contento.
    Sono convinto che, questo libro, volerà (vendutissimo) via dagli scaffali del libraio come sabbia tra le mani dischiuse in una giornata di scirocco.

  3. L’ho sfogliato anche io e qualche risata me l’ha strappata ancora. L’ironia resiste, e mi fa piacere.
    E dire che io di birre non ne ho bevute. Tutt’al più qualche analcolico bianco. Con molte patatine e arachidi.

  4. Io invece ho avuto conferma che non devo mai più provare a ricominciare a bere (tutto all’infinito). Ovviamente, sono contento quanto gli altri autori. Botta e risposta del momento:
    “e che stai preparando di bello?”
    Io: “preparando? C’è già qualcosa di bello. Si intitola SALINA… E non perché è nostro, ma te lo consiglio…”.

  5. In bocca al lupo. Consideratene venduta una copia in più.
    P.S. Ci sarà una presentazione?

  6. Fateci sapere quando lo presenterete. Almeno avremo ( avrò) il piacere di “vedervi”, di “toccarvi con mano”

  7. @Tony: la presentazione è il 18 giugno, alle 18, alla Feltrinelli.
    @Vincenzo: al momento no. Si può leggere comunque su carta, direi. Anche perché l’iPad da qui a metà giugno non ci sarà ancora, immagino.

  8. In bocca al lupo. Lo comprerò non appena sarà in libreria. Bravo Gery, bravi Raffaella e Giacomo. Vi auguro di cuore un grande successo.

  9. COMPLIMENTI E’ SENZA DUBBIO FRUTTO DI UN INTENSO LAVORO MA VOI CHE AVETE GRANDI DOTI IL LAVORO NON FARA’ CHE MIGLIORARLE

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