Le troie di Battiato, i puttanieri di Grillo. La politica scopre, con un ritardo pluridecennale, le difficoltà dei facili costumi. Ora tra le vestali di Montecitorio è tutto un rigurgito di indignazione, fioccano le stigmatizzazioni e si aprono i cieli delle scomuniche.
In realtà chi ha un senso dell’ovvio minimamente sviluppato capisce benissimo quali sono i bersagli di quel turpiloquio. Le parole saranno sì pesanti, ma quello che tutti noi abbiamo dovuto digerire in questi anni di prostituzione politica – perché di questo si è trattato e sfido chiunque a dimostrare il contrario – non è roba da poco. Ci siamo dimenticati delle carriere di certe parlamentari che prendevano la rincorsa dalla camera da letto del capo? O dobbiamo sorvolare sui curriculum di altre showgirl, ballerine, calendariste e agitatrici di tette a scrocco, per atterrare nella realtà o ai suoi confini?
Le troie e i puttanieri nel nostro Parlamento ci sono stati, e pure senza preoccuparsi di non dare nell’occhio. Chi dice che non ciò è vero, è in malafede (o rientra nelle categorie succitate).
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