Diciamolo, il Pd di quest’Isola è amministrato da un Cammarata senza yacht, senza intrallazzi e senza Martini. Quindi ulteriormente depotenziato (almeno, credetemi, per quel che riguarda il prodigioso effetto di un buon cocktail). (…)
Il vero problema non sono le primarie, ma un quesito primario: chi c’è alla guida di un partito che ha scelto come testa di ariete una rispettabile signora che politicamente ha inanellato una sconfitta dietro l’altra? Chi governa un corpo politico che con la mano destra appoggia un presidente della regione di schieramento avverso e con la mano sinistra fa finta di accarezzare un rottamatore che per sopravvivere deve sputtanare non già i suoi avversari istituzionali, ma i suoi stessi compagni di partito?
Questo scrissi meno di tre settimane fa qui. E, badate bene, questa non è un’autocitazione, bensì un modo come un altro per dire che chiunque (persino io) poteva prevedere il disastro delle primarie di Palermo: perché per il Pd di disastro si tratta.