Grandi Ispiratori

C’è una lista immaginaria di Grandi Ispiratori che, negli anni, mi sono ripromesso di compilare e che per pigrizia non ho mai iniziato a scrivere.
Lo faccio adesso con la consapevolezza che è comunque una lista parziale, dato che spero di non morire al clic di invio di questo post (anche se non sottovaluto l’influsso di certi miei detrattori…).
I Grandi Ispiratori sono scrittori, artisti, sportivi, esploratori, liberi pensatori, persone qualunque che hanno condizionato il mio modo di pensare, di scrivere, di agire. Sono quelli le cui gesta in qualche modo hanno un riflesso nel mio vivere quotidiano: il mio giudizio è assolutamente soggettivo, cioé non è legato a un’etica o a un riverbero sociale del personaggio in questione. Per questo ci troverete dentro nomi di ogni genere e assortimento.
È la mia lista e un giorno, forse non lontano, vi svelerò i dettagli che mi legano a ciascuno di loro (alcuni dei quali sorprendono ancora persino me).

Donald Fagen
Stephen King
Gino Vannelli
Phil Collins
Sheila E.
Manolo
Toni Valeruz
Prince
Clare H. Torry
Nick Hornby
Ernest Shackleton
Moana Pozzi
Salvo Licata
Wassily Kandinsky
Italo Calvino
Claudio Magris
Roger “Verbal” Kint
Oriana Fallaci
Graham Vick
Pat Metheny
Donna Summer
Filippo Carollo
Peppino Sottile
Guido e Maurizio De Angelis
Niccolò Ammaniti
Maria Cefalù
Stanley Kubrick
Olivia Newton John

Non è ancora morto, ma…

 

Nel suo ultimo giro di concerti, Phil Collins tiene fede al titolo della sua autobiografia “No, non sono ancora morto” a tal punto da intitolare il tour “Not Dead Yet”. L’ho visto la settimana scorsa a Londra e devo dire che se non è ancora morto, sta comunque maluccio. Un’ora e un quarto scarsa di esibizione, inchiodato a una sedia (Phil si muove, e poco, solo con un bastone), voce stentata. La classe comunque è immutata perché non esiste malattia che possa scalfire un’arte selvaggia come il rock.
Tuttavia se non fosse stato per i gruppi che hanno preceduto Collins, il prezzo del biglietto (oltre centosettanta euro a cranio per la priority e la zona di prato non troppo lontana dal palco) sarebbe stato da rapina. E invece Mike + The Mechanics, Blondie e i redivivi (e un po’ appesantiti) KC and the Sunshine Band hanno comunque imbastito uno spettacolo di oltre sei ore nella bella cornice di Hide Park.
Una nota a parte la merita il sistema di sicurezza inglese. Se c’era qualche poliziotto, era invisibile. Tra code, perquisizioni e filtri, non ho mai visto un esponente delle forze dell’ordine, né un’arma, né un militare. Solo organizzatori e maschere con la loro casacca gialla e la loro maniacale passione creativa per le code: l’Inghilterra è l’unico paese al mondo dove ho trovato gli ottimizzatori delle code, i coach delle code, i motivatori delle code…
Insomma o i poliziotti di Sua Maestà sono bravissimi oppure erano tutti di corta.

Lenzuola pulite e cioccolata calda

fullsizerender

Nella sua splendida autobiografia “No, non sono ancora morto”, Phil Collins racconta i tempi dei Genesis: una canna al massimo e poi a nanna. Altro che follie del rock.

P.S.
Non so perché, ma una parte della mia coscienza musicale in qualche modo se lo aspettava.

Cattiva notizia

Pare che Phil Collins, da quando ha subito un intervento chirurgico alla colonna vertebrale (aprile scorso), non possa suonare la batteria.