Ieri ho visto “Le idi di marzo” di George Clooney. Dichiaro subito il mio voto, 6 meno.
Il film, che arriva con squilli di tromba e rulli di tamburi per le nomination ai Golden Globe, è un po’ lento, ma non è questo il suo difetto (se fosse la velocità il requisito fondamentale, “Vacanze di Natale” sarebbe stato candidato all’Oscar).
In realtà “Le idi di marzo” è un’opera indecisa. Viene presentata come un thriller, pur non avendo nulla di thriller. E’ ambientata nei territori della politica e non racconta nulla di nuovo. Il meccanismo narrativo ha un perno (di cui non posso dire, per non svelare il finale) che uno spettatore medio può smontare dopo i primi venti minuti: nel senso che si capisce dove si andrà a parare. Inoltre non c’è azione, non c’è sorpresa.
Allora, direte voi, perché un sei meno e non un tre?
Perché è girato bene, con cura molto americana.
Ma nulla di più.