Roma goes to Hollywood

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Poche parole su “La grande bellezza” di Paolo Sorrentino, dato che non dirle sarebbe omissione e dirne molte sarebbe sbrodolamento in ritardo.
Il soggetto è discreto, ma è la sceneggiatura a essere eccezionale. Servillo si muove con consueta leggiadria nei ruoli più pesanti: riluce nel buio senza abbagliare, ed è un ulteriore segno di grandezza.
I movimenti della macchina da presa 2013/32886/ giochi da casino gratis /SCO dell’ 11 novembre 2013 – Revoca della convenzione di concessione n. scandiscono bene il trascorrere delle emozioni, tra salotti affollati e atmosfere decadenti. E il modello romano che ne viene fuori è piacevolmente irritante, verosimile come la folla di mantenuti che riempie la nostra politica.
Ecco, se una cosa mi è rimasta di tutto il film, è il piacere di assistere a un’opera confezionata con grande cura dei dettagli. Il che nel panorama del cinema italiano, denso di idee senza confezione e di confezioni vuote di idee, è davvero incredibile.
Specchio dei tempi: il simbolo dell’Italia, della città eterna, della genialità mediterranea, è un film tipicamente hollywoodiano.