L’esempio che vi sottopongo mi sembra cruciale per dare un’idea della realtà del web in Italia.
C’è un sito, l’Huffington Post, che propone un’ampia varietà di contenuti.
C’è la voglia di imitare un format americano di grande successo.
C’è il vezzo di portare testimonianze che dovrebbero risaltare non per il valore della testimonianza stessa, ma per la figura che la propone.
C’è un gran lavoro di Seo, con una perfetta indicizzazione.
Manca solo una cosa: la qualità del testo.
Perché l’ortografia e la solidità degli argomenti non sono un bug di sistema.
Ecco, leggete questo pezzo della columnist dell’Huffington Post Italia, Anna Kanakis, e ditemi se non è da manuale. Per come non si scrive.
Tag: Huffington Post Italia
Huffington flop?
Pare che l’Huffington Post Italia vada maluccio rispetto alle previsioni. Almeno secondo l’Osservatorio europeo di giornalismo.
Dopo il primo giorno che ha registrato 7046 condivisioni totali (3340 da Facebook, 3242 da Twitter e 464 da G+) dei 132 articoli pubblicati quel giorno, l’intensità è piuttosto bassa e pare anche mostrare un trend calante. Se si escludono infatti i fine settimana, dove anche il numero di articoli pubblicati è decisamente ridotto tanto quanto lo sono le condivisioni, si passa comunque da 1600/1700 condivisioni a poco più di 1000 negli ultimi due giorni presi in considerazione.