Forse per capire cosa pensano davvero gli italiani di Berlusconi bisognerebbe uscire dall’Italia. Dall’estero infatti si osserva il nostro Paese sotto una luce più obiettiva e soprattutto ci si confronta con termini di paragone efficaci.
Nel fine settimana scorso ho avuto modo di parlare con diversi italiani che vivono in Francia o Svizzera, molti dei quali fanno parte della ultra-citata schiera dei “cervelli in fuga”, e ho constatato con stupore che il loro giudizio sull’Italia di oggi è molto più negativo del mio. Qualcuno di voi potrà pensare: sì però è tutta gente che non ha trovato lavoro in Italia, che è stata costretta a emigrare e magari un certo preconcetto ce l’avrà. Macchè, si tratta di persone che benedicono il giorno in cui hanno trovato un posto di lavoro oltralpe e che all’estero godono del prestigio che l’Italia non gli ha mai dato l’occasione di guadagnarsi.
In poche parole, il pensiero diffuso tra loro è che l’Italia sia una nazione messa in pericolo da Berlusconi e che l’attuale sistema politico non garantisca un futuro sereno ai cittadini. Un concetto semplice, senza i ghirigori della convenienza o gli equilibrismi di certi nostri burocrati.
E’ proprio vero, spesso per mettere bene a fuoco una cosa bisogna allontanarsi un po’.