La decisione del figlio di Salvatore Quasimodo di vendere il premio Nobel del padre per un’antica e irrimediabile offesa affettiva farà storcere il muso a molti. A me invece sembra un’incantevole e poetica vendetta, solidamente giustificata. La vicenda è semplice nel suo banale congegno: invitato alla cerimonia di consegna dei Nobel, Quasimodo non andò a Stoccolma con moglie e figlio ma con un’altra donna (che tra l’altro non fu ammessa in sala e alla cena di gala perché sconosciuta al cerimoniale). Continua a leggere Il non perdono e le cicatrici dell’anima