C’è quest’associazione animalista che si chiama Aidaa che invita Stefania Petyx a lasciare a casa il bassotto quando è in giro per motivi di lavoro. Ed è un’associazione che già in passato ha tentato di dividere Stefania dal suo amato cane che, a sentire il suo presidente dell’Aidaa Lorenzo Croce, rischierebbe di finire stressato a causa delle riprese televisive.
L’altro giorno Stefania è stata aggredita a Palermo da alcuni delinquenti mentre stava realizzando un servizio per Striscia. E l’Aidaa non ha perso occasione per intonare la sua litania: il cane va preservato, salvato, tirato fuori dal rito orgiastico della tv. Manco che la Petyx lo avesse usato come scudo o, viste le dimensioni, come grimaldello.
A questo tipo di animalismo e in questo frangente in cui il ridicolo ha già fatto irruzione – lo dico con la banale presunzione di chi gli animali manco li mangia – si può rispondere in due modi. Primo modo: chi conosce Stefania sa che, comunque e dovunque, il bassotto se la passa meglio di lei. Insomma quello non è il suo cane, ma il suo padrone. Secondo modo: la sensazione è che quest’Aida, come altre conventicole di bacchettatori in finto cachemire tipo Moige, debbano emanare comunicati per testimoniare la propria esistenza in vita. E nel dichiarare a pieni polmoni non manca l’aria ai denti.