Un estratto dall’articolo di oggi su La Repubblica.
Attira antipatie e grane giudiziarie in ugual modo. Combatte solo contro tutti, che siano presidenti di circoli nautici, assessori comunali, gestori di bar, deputati regionali, sindaci, ristoratori, vigili urbani, parroci. Il più delle volte vince, raramente convince. È ufficialmente consigliere delegato, ma generalmente lo si definisce patron, in quanto poco consigliere e molto padrone.
Eppure Gianni Castellucci, il vero unico proprietario di Mondello, afferma di aver sempre guidato la sua società “nello interesse della popolazione palermitana”, come scritto nell’atto di concessione, datato 1909, delle terre del demanio al Comune di Palermo per la successiva vendita a Les Tramways de Palerme, madre dell’attuale Italo Belga.
Ma non lasciatevi incantare dai francesismi, più che tramways, questa è storia di tranvate, batoste inferte a chiunque si mettesse di traverso sulla sua strada, anzi sulla sua passeggiata. Come è accaduto ultimamente ai gestori del Baretto, che Castellucci vuol cacciare perché la struttura, afferma lui, sorge sulla sua proprietà (…) Il consigliere patron ha sguainato un contratto di acquisto della passeggiata che dal Lauria arriva sino in piazza a Mondello: “La striscia tra la sabbia e il marciapiede è nostra, solo il marciapiede è del Comune”. Prendi e porta a casa.
In molti hanno tentato di smontare il suo impero di sabbia, nessuno ci è mai riuscito. Mentre il Comune si muoveva per chiedergli più soldi, un giudice ha rigettato l’istanza di sequestro preventivo delle cabine. E mentre ancora Palazzo delle Aquile ipotizzava un cambio nell’affidamento della spiaggia, la Regione prorogava di sei anni le concessioni demaniali. Non è un caso se sulla vicenda del Baretto, l’amministrazione Orlando si è tirata fuori: una terza sberla si addiceva più a una scenetta dei Brutos che a una diatriba amministrativa.
Lo misero sotto inchiesta per abuso edilizio e lo assolsero. La storia della travagliata separazione della Italo Belga dal ristorante Charleston fu addirittura sublimata in una interrogazione parlamentare. Il consigliere patron è riuscito persino a vendicarsi di quei monellacci del Movimento 5 Stelle che fanno la lotta dura senza paura a favore della spiaggia libera forever: per la prima volta in 68 anni, la società non ha sganciato il suo contributo per i fuochi d’artificio, mandando tutti a letto presto la notte di Ferragosto. “Abbiamo preferito indirizzare il nostro impegno verso altro, tipo la ristrutturazione dell’Hotel Palace”, ha dichiarato Castellucci, palesemente conscio che la simpatia non è tra le sue virtù. Nulla in confronto a un suo celebre editto del 2010, quando mise nero su bianco il suo concetto chiave: “Mondello esiste, così come oggi la conosciamo, in quanto dal 1909 esiste e opera la Mondello Italo Belga”. Ergo Mondello senza i padroni di Mondello sarebbe in mano ai barbari, cioè ai palermitani. Che, a guardare lo stato della spiaggia libera, rischia di essere una verità urticante.
Perché non c’è dubbio che la posizione dominante del consigliere patron sulle nostre estati sia accettabile come una zanzara in un orecchio, ma è indiscutibile anche che il governo incontrastato dell’Italo Belga, legalmente legittimo e socialmente insopportabile, si è mosso in una rarefazione di poteri e di responsabilità pubbliche e private.
Insomma Gianni Castellucci sarà satana in persona, ma l’inferno di Mondello brucia per colpa dei palermitani.