La leggina del bavaglino

E’ partito il tam tam contro la cosiddetta legge ammazza-blog, un provvedimento che, se approvato,  costringerà la rete a soggiacere a regole dure, spropositate.
La legge parte da un presupposto giusto per finire malissimo nell’equivoco sublimato dalla frase di Maurizio Gasparri, secondo il quale “internet è uno strumento micidiale”.
Sui blog si scrivono idiozie colossali, ma questo non è un reato. Però la differenza tra libertà di dire scemenze e diffamazione è ben chiara da tempo. Non serve una nuova legge per arginare l’ondata di stupidi che offendono con la presunzione di restare impuniti: ci sono già lo strumento della denuncia e le norme alle quali fare riferimento.
Tuttavia ogni volta che questo governo cede all’impulso di fare una nuova legge, è bene alzare le antenne. Questi non fanno niente a caso. Appare quindi evidente che il nuovo progetto rientra in una campagna repressiva della libertà personale, in cui internet ha un peso non indifferente.
Sino a un decennio fa, infatti, l’informazione era blindata dai mezzi tradizionali. Oggi, se un gruppetto di blogger di media caratura si mette d’accordo, riesce  a raggiungere un pubblico che è pari a quello di un piccolo giornale in tempi rapidissimi. Pensate al calderone in cui questo provvedimento è inserito: il decreto anti-intercettazioni. E’ chiaro anche ai bambini che il web deve rientrare nella no fly zone del potere berlusconiano, perché se una cosa non si può pubblicare sui giornali, su internet va liscia come l’olio. Ecco perché per Gasparri e complici in questo momento vi trovate a tu per tu con “uno strumento micidiale”.
Credo che comunque la cosiddetta legge ammazza-blog non vada vista come una cosa seria. Se non altro perchè è fiaccata da tanti di quei buchi ed errori (titolarità del dominio, responsabilità nei commenti, presunta equiparazione alla stampa, ruolo dei social network) che non potrà passare indenne al vaglio del rimanente buon senso e di un legislatore che abbia almeno il diploma di liceo classico.
Suvvia, c’è da essere allarmati, non allarmisti.

Pubblicato da

Gery Palazzotto

Palermo. Classe 1963. Sei-sette vite vissute sempre sbagliando da solo. Sportivo nonostante tutto.

2 commenti su “La leggina del bavaglino”

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