Forza Sandokan

Vi sembra che stiano tutti dalla parte di Saviano? A parole, forse. Invece navigano sulla scialuppa di Sandokan il boss della Malesia. In superficie, Roberto Saviano è l’eroe che ciascuno difende a retorica spianata. Eppure, nel profondo, gli intellettuali e i politici, i giornalisti e gli uomini di macchina del consenso, tutti insieme appassionatamente lo detestano nel confessionale dei loro risentimenti. Due domande: perché lo detestano? E perché se lo detestano non lo dicono apertamente, visto che (ancora) c’è la democrazia?
Provo a rispondere e resto aperto ad altre risposte. Lo detestano per il successo, per la faccia antipatica, perché i moralisti in questo Paese sono considerati alla stregua dei Grilli Parlanti. Bisogna curarli a martellate. Appena appena si tollerano i grilli fasulli, quelli che moraleggiano sulla pubblica piazza e in privato indulgono ai piaceri della corruzione, astenendosi rispettosamente dal lanciare pietruzze nei gangli di un meccanismo consolidato. Il Sistema Italia prevede una doppia carburazione perfettamente coerente all’ingranaggio. Servono le parole dell’indignazione che ne alimentino la facciata rispettabile, per nascondere la polvere del sospetto sotto il tappeto. Serve il fiume carsico degli affarucci, dei compromessucci, delle cosucce individuali che ognuno di noi ben conosce – dal più alto in carica all’ultimo degli sfigati – e coltiva nel suo orticello di nonsenso civico. Uno come Saviano non si piega. Non si ferma davanti ai distinguo e per questo, qualche volta, sbaglia in eccesso di guerre sante. Ma sarebbe osteggiato, nel più sincero ventre dell’Italia, pure se per avventura ci azzeccasse sempre.
Altro bivio. Perché se lo detestano non lo dicono? Perché Giovanni Falcone, per esempio, è stato tanto sgarbato da morire dopo una vita integerrima passata a schivare attacchi più o meno frontali. E quelli che lo divorarono sono stati costretti ad andare a piangere al suo funerale, col torto scolpito sui lineamenti da Capataz. Meglio coccodrilli che mafiosi.
Ecco perché odiano Saviano nei sotterranei e nei sottoscala della coscienza. Per il trauma antico di Falcone che fu massacrato perfino da la Repubblica, ai tempi di Martelli ministro. Per non dovere correre, battendosi il petto, all’ennesimo funerale di Stato. E’ più funzionale la schizofrenia, la divisione equilibrata tra una fasulla solidarietà pubblica e un inguaribile astio intimo. In questa trama, il vero eroe popolare e segreto è il pirata di turno. E se solo potessero lo griderebbero ad ogni angolo: abbasso Saviano, Forza Sandokan. E Yanez.

Pubblicato da

Gery Palazzotto

Palermo. Classe 1963. Sei-sette vite vissute sempre sbagliando da solo. Sportivo nonostante tutto.

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