E’ un Paese strano quello in cui si grida allo scandalo se una giunta di sinistra dichiara guerra ai lavavetri. Ci pensavo stamattina leggendo i giornali. E in particolare mi soffermavo sull’inconsistente concetto di sinistra (e, per contrappasso, di destra). “Potevi pensare a qualcosa di meglio”, direte voi. Vero è. Ma lasciatemi spiegare, così mi disinnesco.
Una giunta di sinistra deve lodare l’illegalità o far finta che certi fenomeni non esistano? Mi pare questa la domanda cruciale.
Nel nostro Paese, il rigore e la tolleranza zero sono sinonimi di destra. Altrove sono chiare linee politiche, anche di destra.
Nel nostro Paese, le fantasie più impopolari e il garantismo più ballerino sono sulle bandiere di una sinistra finto-buonista. Altrove sono semplici errori di grammatica politica, anche di sinistra.
Più che giudicare un provvedimento legislativo, una delibera, una circolare, dalla casacca partitica di chi firma, sarebbe utile leggere quel provvedimento, quella delibera, quella circolare e scegliere se applaudire o se fischiare, pur obbedendo.
Restiamo distanti dalle regole mentre ci attraggono i moralismi pelosi, le scaramucce da campanile, le strategie condominiali. Siamo campioni di equilibrismo logico, vogliamo sempre ragione e se non ne troviamo una disponibile ce la costruiamo. Anche abusivamente.
Se una giunta dichiara guerra ai lavavetri, voglio sapere come e perché è arrivata a tanto. Voglio sapere cosa accade giorno per giorno e se la situazione migliora. Voglio sapere chi vigila per evitare abusi e chi garantisce sulla effettiva applicazione della legge. Voglio illudermi di non lasciarmi influenzare se chi ha firmato l’ordinanza è mancino oppure no.