Dopo abbuffate e code non si parla che dei postumi di abbuffate e code. Provate a discutere con amici e colleghi oggi, cercatene almeno uno che non si regga la panza. Neanche il solito diversivo della tv (leggasi concertone) ha funzionato: l’idea è ormai logora e la scaletta musicale sempre meno entusiasmante.
Eppure c’è qualcosa che dovremmo tenere a mente di questo Primo maggio: il fatto che è stato dedicato ai morti sul lavoro, a tutte quelle persone che si sono immolate per uno stipendio da fame. C’è in questo Paese chi ha sacrificato i propri diritti pur di campare una famiglia, chi ha accettato ruoli ingrati perché non aveva scelta, chi è rimasto a bocca asciutta per sfamare altre bocche. C’è qualcuno che oggi non si tiene la panza.