Crisi e mignotte

Un pensiero mi ha preso, mentre mi riconnettevo col mondo dopo una breve e felice vacanza. Leggevo articoli arretrati, guardavo un tg, scorrevo qualche sito internet. Se c’è una parola che può racchiudere un panorama che parta dall’anno vecchio e arrivi all’anno nuovo, quella parola è – scusate la poca originalità – crisi.
Il pensiero che mi ha preso è stato questo: riuscirò a far quadrare i conti (almeno) nei prossimi dodici mesi? Il conforto di una consapevolezza globale dello stato di emergenza economica che da oriente a occidente allarma governi, aziende, condomini e minuscoli cittadini come il sottoscritto, non serve a nulla. Quando il male è comune, il mezzo gaudio è degli stolti: dovrebbero insegnarlo a scuola.
Serve invece una reale cultura premiale, con appendice rivoluzionaria. Traduco. Chi vale e chi ha meriti deve avere la possibilità (almeno la possibilità) di essere messo alla prova. Chi vale meno o chi gode di privilegi che non merita deve subire gli effetti di una classifica. Il caso più eclatante è quello dei parlamentari dell’Assemblea regionale siciliana che brillano per improduttività e che, in controtendenza con il pianeta che li ospita, continuano a elargirsi nuovi privilegi: recentemente si sono raddoppiati il sostegno per l’acquisto della casa (che può essere adibita anche a segreteria politica) e si sono dati un bonus di cinquemila euro per il loro futuribile funerale.
Reale cultura premiale significa, in questo caso, distinguere il consenso elettorale dai meriti oggettivi. L’esperienza ci insegna che accumulare voti non è una garanzia universale di maestria (non parliamo di onestà). Se, in tempi di crisi, i suddetti parlamentari si togliessero dalle tasche almeno cinquemila euro di benefit, a fronte di svariate migliaia mensilmente percepiti, compirebbero un atto politico di una dirompenza inimmaginabile (infatti loro non riescono nemmeno a immaginarlo).
Appendice rivoluzionaria. E se qualcuno provasse a toglierglielo, quel surplus di soldi immeritati, come reagirebbero questi squallidi figuri? Avrebbero l’ardire di scendere in piazza e di sfilare in corteo con il codazzo di auto blu, portaborse, addetti stampa e mignottone esentasse?

Pubblicato da

Gery Palazzotto

Palermo. Classe 1963. Sei-sette vite vissute sempre sbagliando da solo. Sportivo nonostante tutto.

6 commenti su “Crisi e mignotte”

  1. Quando scrivi di questi fatti non riesco a capire come fai a non rompere la tastiera.

  2. Ammazziamoli. Così possono provare subito se il finanziamento del funerale funziona.

  3. Prima l’Invisibile, ora ‘sti tipi qua…
    Tanto per ricordarci che alcuni son fatti di una materia che sta sempre a galla…
    Che palle!!!
    Questi personaggi sono tutti incommentabili, poichè qualsiasi cosa si possa dire su di loro è ovvia e scontata.
    Solo che nessuno vuole farsi carico di un qualsiasi commento graffiante, talmente suonerebbe banale.
    Rimarrebbe da citare, forse, il breve aforisma di Montaigne: “Qualunque sia il luogo dove ci si siede, si sta sempre seduti sopra il proprio culo”, per dire però che tali individui non possono nemmeno aver l’onore di questo minimo comune denominatore (né essere considerati pari ad un singolo pelo del culo di qualsiasi altro cristiano), ma sono piuttosto dei tafani fastidiosi che, con la loro arroganza e la loro bramosia di potere e denaro, stanno sempre a succhiare il sangue dal culo del resto del mondo…

  4. Vi e’ mai passato per la mente l’idea di partecipare in qualsiasi formazione alla vita politica???.Ricordatevi sempre che la politica o si fa o si subisce.A fare i pantofolai a casa ed avvilirsi non serve a niente.Avete notato come ,anche per mancanza di giovani, sta perdendo smalto uno dei movimenti piu’ civili della nostra Republica(il partito radicale)

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