L’ultimo libro di Massimo Carlotto, uno scrittore che mi piace, è una minestra ricca di ingredienti ma povera di sapore. “Respiro corto”, pubblicato da Einaudi, è infatti una tipica storia di Carlotto – con criminali innamorati del crimine e una poliziotta ambigua e crudele – che però non rende pieno merito all’autore.
Troppi personaggi, troppi incroci di vite. Alla fine il lettore – anche quello più affezionato – rischia di perdere il filo. Sarebbe bastato (forse) indugiare meno sull’ennesimo scontro tra cosche e rinunciare a un paio di nodi narrativi.
La scrittura di Carlotto è sempre piacevole e scorrevole, ma un romanzo è fatto anche di trama. E qui la trama è il punto debole…