Conoscete tutti la storia del giorno sull’aggettivo petaloso (se non la conoscete la trovate qua). A parte l’intelligenza di una maestra illuminata, a parte la sincera bellezza della vicenda di un bimbo che si inventa una parola, trovo quasi commovente la dolcezza della risposta da parte della redazione dell’Accademia della Crusca. Le parole comprensibili, legate da un fiocco di semplicità – perché a un bambino si parla così e in nessun altro modo – sono un raggio di sole nel buio di questa nostra lingua devastata da neologismi tecnologici, da sempre più invadenti pulsioni bimbominchiesche, dalla cultura degli emoticons. L’Accademia della Crusca ci dà insomma una lezione su come si gestisce il bene più prezioso che non è la parola, ma la curiosità.