C’è questo assessore regionale alla Famiglia che si chiama Gianluca Antonello Miccichè e che ha il vizio di fuggire davanti ai problemi. E già questo è grave per un amministratore pubblico. In più costui è affetto da una grave forma di codardia congenita che lo fa scappare a gambe levate soprattutto quando si trova davanti a chi non lo può inseguire, cioè i disabili. Il che lo rende anche insopportabilmente scorretto.
Insomma c’è questo assessore regionale alla Famiglia che non merita di stare dove sta, ma merita di andare in un altro posto, e magari al più presto (ho un’idea precisa). Perché non è tanto il grottesco rimbalzare delle responsabilità (c’è sempre un ufficio a cui dare la colpa di una pratica inevasa o dimenticata) a provocare indignazione in chi si aspetta una risposta anche qualunque davanti a una situazione complicata, quanto la viltà dell’uomo che è doppiamente deprecabile: perché è il mantello che avvolge un potente davanti ai deboli, i disabili nudi di forze ma, lo abbiamo scoperto col servizio delle Iene, forti e giganteggianti dinanzi allo strisciare dell’assessore fuggitivo; e perché è recidiva quindi certificazione di impreparazione e inattendibilità assolute di questo individuo.
Lo caccino via a pedate, uno così. Subito. Il governatore Crocetta e tutti i suoi accoliti dimostrino che a tutto c’è un limite, fuorché alla vigliaccheria conclamata. Non ce ne frega niente delle scuse che stanno arrivando. Non ce ne frega niente dei distinguo pelosi e nemmeno dei provvedimenti che, lo vogliamo sperare, saranno presi per fronteggiare la situazione disperata di questi disabili.
Gianluca Antonello Miccichè deve essere ricordato per la sua codardia.
Lunga vita a lui. Lunga memoria a noi.