Santoro e la ghigliottina

cuba_Che la faziosità di Santoro possa tracimare gli argini del buon gusto, è un conto. Ma che l’intervento di un dio politico debba decidere quali opinioni possono essere espresse e quali no, è un altro.
Le epurazioni e le censure sono atti odiosi quasi quanto le santificazioni immeritate. Anche perché le une sono propedeutiche alle altre. Se a qualche esponente politico non vanno a genio le propalazioni di Santoro si curi di contrastarlo sul suo stesso piano: argomentando, smentendo, combattendo sul fronte della logica e dei fatti. Il bavaglio e, ancora peggio, la ghigliottina del palinsesto sono – in un’era di comunicazioni ramificate come la nostra – megafoni della voce che si vuol spegnere. Le cattive idee – se davvero cattive sono – non si tranciano, si sommergono di buone idee.
P.S. Detto tra noi la vignetta incriminata di Vauro non mi sembra così oltraggiosa.

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Gery Palazzotto

Palermo. Classe 1963. Sei-sette vite vissute sempre sbagliando da solo. Sportivo nonostante tutto.

33 commenti su “Santoro e la ghigliottina”

  1. Concordo perfettamente. Dovrebbero vergognarsi di esistere. E’ decisamente un discorso fuori loculo.

    p.s. La democrazia di un Popolo si misura dal grado di satira esprimibile…..

  2. La vignetta di Vauro non è più feroce del solito. Ragazzi, stiamo attenti.

  3. Ha pagato l’anello più debole. Santoro può piacere o meno,ma non lo vedo più fazioso di altri colleghi di altri reti . Ha pagato le scelte fatte anche con l’allontanamento dalla RAI, ma rimane – nel bene o nel male – una delle poche figure che in televisione spingono gli spettatori a fare funzionare il cervello.
    Piuttosto, direi, ormai si respira un’aria alla “tutto va bene, madama la marchesa”.Ci sono state inefficenze nei soccorsi? Non sia mai, sono i soliti disfattisti.
    E’ in atto una crisi che ha causato e causerà tanti disoccupati? Sono i giornali ad essere catastrofistici.
    Gli studenti e gli insegnanti protestano per una riforma della scuola pubblica che la indebolisce pesantemente, mentre vengono confermati i sostegni alla scuola privata? Gli studenti dovrebbero preoccuparsi solo di studiare , dice qualcuno ( per inciso , se quel qualcuno e altri della sua pasta avrebbero fatto solo gli studenti ai loro tempi, sarebbe stato molto meglio).
    Insomma se si contrasta con obiezioni, l’illogico buon umore del governo, si rischia di passare per menegramo, con l’assegnazione di quella famosa patente di pirandelliana memoria.
    Altrimenti, e questo è il caso di Santoro, si passa alla censura.
    Purtroppo gli italiani hanno la memoria corta, e basta un circo fatto da nani e ballerine per scordarsi tutto.
    Io invece dico, ricordiamocelo alle prossime elezioni, fossero anche quelle condominiali, non lasciamo vincere una forza politica il cui scopo è l’omologazione in ogni campo.

  4. Io non amo Santoro, ma amo ancora meno i censori che per giunta si strappano le vesti. E quel poco che ho capito della famigerata puntata di Annozero (di cui stavolta ho solo leggiucchiato qua e là) non mi sembra più scandaloso del “vernissage” televisivo che la truppa Berlusconi al completo ha messo in piedi a macerie ancora calde. Forse è più pacchiano, Santoro, addirittura scontato e prevedibile, ma non più subdolo. Andiamo allo spottone PDL. Non che la cosa mi stupisca, eppure mai avevo visto una sfilata tv di ministri come quella che ha seguito il terremoto abruzzese. Non mancava nessuno, dalla Gelmini ad Alfano. C’è un ministro della caccia e della pesca? Eccolo da Vespa, a parlare di muri portanti, calcestruzzi, sabbia, scale Mercalli e Richter. Tutti avevano cose importanti e irrinunciabili da dire su un terremoto. Un governo di sismologi, di padri e madri della patria… E mi chiedo: che cosa è più volgare, la vignetta di Vauro, Santoro con la bavetta agli angoli della bocca, o un Berlusconi che urlacchia a una vecchina terremotata: “le ricostruiremo una casa più bella di quella che aveva!”? Allora, lasciamo perdere la volgarità o meno, e parliamo di efficacia. Parliamo di quantità di fumo negli occhi. Berlusconi ha giocato da abilissimo, cinico comunicatore quale è. Prendiamone atto, una volta buona, basta con le satirucce, pesiamo l’uomo per quello fa e che
    (ahinoi) ottiene, con le sue strategie che incantano. C’è poco da scherzare. Con quel casco in testa e il suo lupetto sotto la giacca, tutto preso a stringere mani e carezzare teste impolverate, Berlusconi ha vinto altri quindici anni minimo di presidenza del consiglio. Con buona pace di Santoro e compagni, che ancora forse si chiedono come diavolo faccia e, in mancanza di una risposta (la più semplice delle risposte, ma la nostra sinistra non la vede proprio, la bruta efficacia della bruta semplicità che stravince nell’anno di grazia 2009) , fanno vignette e credono ancora che la gente capisca il linguaggio delle feste dell’Unità.
    A margine, e off-topic, vorrei consigliare la visione di un film che mi è capitato di vedere qualche giorno fa e che mi ha messo in uno stato di salutare depressione. “Tutta la vita davanti” di Paolo Virzì.

  5. Chiedo scusa, ma perché ogni volta che Santoro fa un errore si scatena un dibattito che coinvolge le fondamenta democratiche dell’Italia? Ritenete davvero che il giornalista di “anno zero” sia meritevole di tanta attenzione mediatica, politica?

  6. Ipotizzo che, essendo Berlusconi un uomo di televisione, è proprio in televisione che mette a fuoco i propri nemici e li “combatte”. Indipendentemente dal loro impatto mediatico. Da anni ormai, credo, l’arena televisiva è quella dove si svolgono le battaglie politiche, almeno quelle che si vogliono far arrivare alla gente. E, a momenti, anche i processi.

  7. Ma non si potrebbe essere mediamente saggi? Se un programma, un comico, un presentatore, un vignettista funzionano vuol dire che possono restare in onda (vedi Grande Fratello o Amici o altro), se no si cambia. Senza proclami ed editti.

  8. Intervengo brevemente per comunicare anche a voi – che probabilmente, visto il meccanismo che si è innescato dopo la diffusione di un editoriale su facebook e la “risposta” di Adriano Sofri su Repubblica, siete già a conoscenza della news – che tra gli ospiti di Santoro questa sera ad Annozero ci sarà anche il direttore dell’emittente radiofonica per la quale lavoro, mio amico e collega da sempre, Giacomo Di Girolamo. Marsala sarà, quindi, presente in Rai e in piccolo sta vivendo un piccolo (ripetizione necessaria) caso “solidarietà sì/solidarietà no”, scaturito dalla tragedia dell’Abruzzo.

  9. Qualcuno avrà sentito parlare del Minculpop. Erano tempi bui, la guerra, la dittatura, la fame. Ora sono tempi bui, senza guerra, senza dittatura e senza fame. Considerata la quantità di cibo che oggi entra nello stomaco, il Minculpop rispetto all’epurazione odierna appare poca cosa.

  10. @Gianni Allegra
    Concordo su tutto.Ma d’altra parte a un regime che se la prende con un galantuomo come Enzo Biagi, che cosa si può chiedere?
    Oggi è Vauro, domani sarà il giornalista scomodo, forse domani il blogger…

  11. Cacciatorino, condivido tutto quello che hai detto.
    In “tutta la vita” davanti c’ è l’ Italia che il sig B ha costruito sapientemente.
    L’ Italia del “prof. Dott. Guido Tersilli “.
    Tornassero magari alcuni registi!

  12. Dovessi rinascere non avrei dubbi: voterei Forza Italia. Sarei bella, alta, sorridente, vestita benissimo. Avrei le caviglie sottili e ricorrerei alle punturine che eliminano le rughe d’espressione. In men che non si dica parteciperei a tutti i provini e dal grande fratello alle grandi tette il passo sarebbe breve. Dopo svariate apparizioni televisive donerei la mia vita al partito e parteciperei ai party, ai meeting, avrei una sola idea per non dovermi confondere e penserei che Berlusconi piangente tra i parenti delle vittime del terremoto sia un Dio. Solo così, solo appartenendo ad un altro schieramento politico non avrei la nausea che ho assistendo a questa censura.

  13. In un Paese normale si allontanano i giornalisti stupidi e incapaci. Quelli scomodi (definizione orribile) si pungolano e si mettono alla prova ogni giorno, magari per il sottile gusto perverso di vedere ome se la cavano con inchieste sempre più difficili.

  14. VAURO HA CATTIVO, CATTIVISSIMO GUSTO. Anzi, mi permetterei di dire che trovo certe sue vignette letteralmente vomitevoli. Grazie a Dio però esiste il telecomando. Di quello c’è bisogno, non di censura, che è sempre una cosa pessima.

    A proposito, su cattivo gusto e censura, ricordo l’ottimo monologo affidato ad Edward Norton nel finale di Larry Flint, filmone di Milos Forman, ovvero l’arringa davanti alla Corte Suprema.

  15. Appartengono ad un altro mondo un pensare ed esprimersi in modo libero. Veramente libero, senza appartenenze, come piacerebbe a me. E’ avvilente come in Italia qaualsiasi fatto di cronaca diventi mezzo di strumentalizzazione da qualsiasi parte politica. Le vite altrui trattate come cibo insapore da masticare e sputare. Manca il rispetto.

  16. E l’Abruzzo, enorme camera mortuaria a cielo aperto, diventa una vetrina, una come tante per i nostri politici-prostitute in vis(ta)ita.

  17. Espellere Vauro poi è il gesto più ottuso e infantile che si potesse compiere. Ripetere l’editto bulgaro che castrasse Santoro era cosa poco conveniente. Allora che si fa? si colpisce il più debole, il giullare. Che ne esce fortemente rafforzato e con una serie di vignette (feroci) ma tra le meno belle. Temo uno strano effetto (perverso) ora. Vauro irrobustirerà il suo potere d’espressione e gli altri autori meno forti (intendo non tlevisivi) dovranno stare in sordina (magari i direttori chiederanno una maggiore cautela. Per quel che mi riguarda, come sempre, carta bianca. Lode al mio capo e anche a Repubblica.

  18. Sentivo i commenti nel mio ufficio. Nessuno si è reso conto della gravità del gesto di censura commesso.
    Ripeto. Non siamo un paese normale. E noi tutto quello che sta succedendo e succederà, ce lo meritiamo.

  19. Ciao Gianni, perché non proponi a Repubblica una vignetta con Franceschini al posto di Cammarata? Chissà se li loderesti ancora…

  20. Ciao Roberto: La prima volta che disegnai una vignetta “contro” il pd fu nel 2002. Un funzionario di partito palermitano si indignò e scrisse a repubblica. Giustino mi diede diritto di replica e il tipo voleva replicare ancora… Mi ibnsukltò e mi diede dello Staino in sedisecimo: con tutto il rispetto per Staino io sono io e con Staino c’entrio assai poco. Mi assimilo ad Altan. ma lui è troppo bravo e io sono bravino. Poi replicai altre vignette contro le stupidaggini della mia parte politica (sempre con grande serenità, essendo laico e libero battitore) e a quanto pare si incavolarono “in silenzio” (ma un mio amico del pd mi riferì che se l’erano presa molto: paziernza.). Poi c’è stata l’epopea pro Rita Borsellino e contro l’ottusità sempre di certi sinistrorsi. Che non saranno felici. Pazienza, ancora. Enzo D’Antona, il mio capo, non mi ha mai chiesto di moderare i toni (che sono quelli che sono: non di stomanco come quelli di Vauro, direi più di testa). Non mi è capitato di attaccare Franceschini perchè non ne ho avuto occasione. Da quel che so questi desidera la Borsellino capolista e i maggiorenti del pd siciliano recalcitrano: ho già fatto una vignetta la settimana scorsa sulla questione e altre ne farò se sarà il caso. Dunque lode al Repubblica e al sottoscritto, che sta con la schiena dritta nonostante una camurria di cervicalgia cronica.

  21. Mi scuso per la quantità smodata di refusi, di cui mi vergogno moltissimo. L’invio scatta sempre troppo nevroticamente, accidenti!

  22. Sul fatto che tu sia un autore di testa (il che personalmente ti rende ai miei occhi incommensurabilmente più bravo di Vauro)non ci piove. Sul fatto che Enzo D’Antona sia un giornalista libero, nemmeno. Ma io credo che, alla fine, un po’ tutto il mondo sia paese. Ps. Prova con una vignetta su De Benedetti.

  23. Colgo la provocazione, Roberto, per approfondire meglio gli argomenti che ho trattato superficialmente. Dimentichi che io sono un tantino fazioso. Nel senso che non amo sparare sul-nel mucchio. Seleziono con cura il bersaglio (con tutti i miei limiti che ovviamente sono tantissimi e con tutti i miei pregi che spero siano almeno la metà). La selezione degli argomenti su cui satireggiare su palermo e dintorni non sono poi così limitati. Purtroppo però i protagonisti sono un’elite parecchio ristretta. E poi non credo nella satira a trecentosessanta gradi. Quella la lascio agli umoristi (categoria che amo), ai comici (categoria che mi perplime), agli autori di forattiniana estrazione (categoria che detesto cordialmente). Credo in quella (satira, giornalistica, cartacea) che coglie in fallo il potere con lo sguardo strabico (nessuno per fortuna è perfetto) dell’autore satirico. E poi devi anche considerare che se lo strabismo è metaforico (mia moglie mi riferisce invece che ne avrei una forma lievissima divergente), la presbiopia, l’astigmatismo e l’ipermetropia da cui sono affetto, sono tutte lì, a ricordarmi che metto a fuoco come posso con l’ausilio di buone lenti correttive. Fazioso e di sinistra e addirittura battitore libero. Che tutto il mondo sia paese è cosa risaputa: pensi che io possa fare qualcosa per renderlo migliore? Ci provo da presuntuosetto fallendo tutti i santi giorni. E vorrei vedere! 8Una volta stavo scagliando la prima pietra!!!). Credi che una vignetta sul padrone di Repubblica renderebbe più credibile il mio status di autore satirico? Il mio status di autore satirico presto si trasformerebbe in quello di disoccupato fuori tempo limite. Insomma, non è sufficiente che io sia libero di dire di tanto in tanto la mia come e quando voglio sulla parte politica che mi rappresenta (a volte malissimo) ma dovrei pure sputare sul piatto per vedere l’effetto che fa? Io un po’ masochista lo sarei (mi dicono nei limiti della fisiologia). Perché mai dovrei sfociare nella casistica psichiatrica? E poi, a me, De Benedetti non m’ha fatto niente. P.S. Vorrei rassicurare chi non mi conosce fisicamente: nelle desrizioni (come questa) mi prendo sempre per i fondelli, ma nonostante i cinquanta passati, la cervicalgia cronica e i problemi di vista e tantissime altre scocciature, non sono da buttare. Giuro.

  24. @gianni e roberto:

    Ma che? Stiamo a parlare ancora della libertà d’espressione? Della stampa più o meno libera? Dell’indipendenza q.b.? Dei padroni liberal e di quelli meno liberal? Scusate ragazzi, ma l’unica mia foto che mi dà la sensazione “uscito dal sepolcro” – un po’ mesta e un po’ horror – è quella ormai piuttosto antica, ahimé, del tesserino dell’Ordine dei Giornalisti.

  25. Sì, tocca a tutti noi, e per diversi motivi. Ma cercate di seguire anche Omnibus sabato mattina su La 7, perchè “Giacomino” andrà anche lì…

  26. Ieri leggevo un editoriale del direttore di Epolis a proposito di Santoro che concludeva:E’ passato da campione della partigianeria a campione della stupidaggine.Forza ragazzi per questo mese ci siamo sorbiti la dose (consigliata dal dottore )di antiberlusconismo,buon appetito!!!!!! Perche’ non apriamo una seria discussione sulla RAI come servizio publico che e’ solo una anomalia italiana e che sara’ sempre al servizio de potere di turno(Prodi Berlusconi ecc…)

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