La gogna del web e le colpe di un imbecille

guardone webUn estratto dall’articolo di oggi su la Repubblica.

C’è un video che dura un minuto e quattro secondi in cui si raccontano la lunga storia della malvagità dell’uomo e la breve vicenda di due ragazzi che si appartano per fare l’amore. Scena: parcheggio ben illuminato e videocontrollato del centro commerciale “La Torre”.
Il giovane e la sua fidanzata amoreggiano tra le macchine. Talmente presi da non accorgersi della telecamera che li spia e soprattutto del cartello “area videosorvegliata” a pochi metri da loro. La tecnologia non ha sentimenti e rinvia le immagini ai monitor dei vigilantes che, anziché farsi una risatina, tirano fuori un cellulare e riprendono tutto. Da lì un effetto domino, in cui si alternano tessere di incultura e tessere di cattiveria, provoca la diffusione rapidissima del clip.
Per istinto l’opinione pubblica dà la colpa al web, con quella grottesca ansia liberatoria di trovare un capro espiatorio universale, maneggevole e possibilmente inanimato: accusare alla cieca è un buon metodo, che non passa mai di moda, per non accusare nessuno. Internet, whatsapp, i social network finiscono per essere recensiti come luoghi di perdizione, senza confini senza regole senza manco un orizzonte visibile, che rovinano la vita delle persone perbene, anche se un po’ imprudenti.
E poco importa se il male è fuori. Se è nel dito e non nel tasto, nel ghigno e non nel mouse. Se è nei commenti di quei vigilantes maschi che nella loro sguaiataggine riescono a essere persino meno miserabili della loro collega femmina, feroce contro le forme abbondanti della ragazzina nel video. Continua a leggere La gogna del web e le colpe di un imbecille

Allarme a bordo

Scrive oggi Roberto Alajmo sull’Unità:

In una sua illuminante conversazione Gianrico Carofiglio suggerisce un accostamento fra i concetti di dolore e vergogna. I ricettori del dolore svolgono un ruolo cruciale per l’organismo umano: senti il bruciore e allontani la mano dal fuoco. Ti fa male la pancia e vai dal medico. In assenza del dolore rischieresti di morire senza nemmeno rendertene conto.
Per una società di umani l’eclissi della vergogna è altrettanto pericolosa, perché falsa la percezione del futuro. Quando i singoli individui perdono la facoltà di vergognarsi del proprio comportamento o delle proprie opinioni, viene a mancare il segnale d’allarme che avverta del collasso morale ormai imminente. Si è guastato il radioaltimetro che doveva segnalare quanto basso stia planando l’aereo su cui ci troviamo.
A causare il disastro è spesso una semplice spia che si è fulminata.

Sono d’accordo.